Carinaro. Un vero e proprio allarme quello che, sin dallinizio dellanno scolastico, si è creato a causa dellincertezza sul futuro dei lavoratori ex Lsu addetti ai servizi di pulizia negli istituti del territorio.
Allarme che, lunedì mattina, ha indotto le donne impegnate nella pulizia dellistituto comprensivo di Carinaro a incatenarsi ai cancelli della scuola, chiedendo lintervento delle istituzioni. A manifestare la propria solidarietà sono giunti diversi candidati delle due liste civiche che partecipano alle elezioni amministrative del prossimo 25 maggio. Le lavoratrici, poi, si sono recate in delegazione dal sindaco Mario Masi per chiedere di portare la vicenda in Prefettura.
Una situazione, che affligge tutto il territorio nazionale, venutasi a creare a creare a causa delfallimentare sistema delle esternalizzazioni, che ha portato aun peggioramento del servizioe delle condizioni degli impiegati nel settore. Uno scandalo, considerato che per lo Stato laspesanecessaria all’esternalizzazione del servizio di pulizie nelle scuole èmaggiorerispetto all’utilizzo delpersonale in graduatoria. A fronte dellariduzionedei fondi pubblici destinati alle esternalizzazioni e degliappaltial ribasso le cooperative, per mantenere intatti i profitti, hanno tagliato drasticamente le ore di lavoro assegnate ai lavoratori, con conseguente riduzione degli stipendi e del serviziofornito.
Non a caso, di recente i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno proposto l’internalizzazione dei servizi di pulizie e linserimento degli ex Lsu nelle graduatorie Ata, nel rispetto del personale già inserito. Proposta che, però, finora è stata snobbata anche perché andrebbe contro il sistema degliappaltidi cuibeneficiano le cooperative.
I sindacati, da parte loro, avevano avanzato lipotesi di ripristinare il monte ore lavorativo ma, causa le divergenze sorte tra la Triplice, il governo e le aziende interessate, la trattativa si è arenata, così come non è giunto laccordo per la rotazione della Cig (cassa integrazione guadagni) per quei lavoratori che, in assenza di un accordo, sono stati già messi, dal 1 aprile scorso, in cig a zero ore.
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