Favori in cambio di appalti a Santa Maria a Vico: nuovi arresti

di Redazione

 Santa Maria a Vico. Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di amministratori pubblici del Comune di Santa Maria a Vico …

… ed imprenditori collegati al clan camorristico dei Belforte di Marcianise, ritenuti responsabili dei reati di turbata libertà degli incanti e corruzione, tutti aggravati dal metodo mafioso.

L’attività investigativa, sviluppatasi attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, riprese video, servizi di osservazione e pedinamenti, nonché riscontri di natura documentale, è inquadrata nell’ambito del procedimento che aveva già consentito al gip del Tribunale di Napoli di emettere 36 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di altrettanti soggetti, in quattro diverse operazioni susseguitesi nei mesi scorsi e che oggi vede l’esecuzione di altri sei provvedimenti cautelari.

Le indagini sono scaturite a seguito di nuovi elementi emersi dall’ultima esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, precisamente da alcune confessioni e dichiarazioni di diversi indagati nell’ambito della stessa attività di indagine, supportate dalle attività tecniche eseguite e dagli accertamenti di natura documentale effettuati, da cui è stato possibile acclarare nuove responsabilità in capo ad alcuni soggetti già arrestati che hanno contribuito negli affari illeciti delle ditte riconducibili ad AngeloGrillo e quindi all’imprenditoria facente capo al clan Belforte.

Dall’attività di indagine è emersa l’esistenza di un giro di “favori” tra il colonnello Angelo Piscitelli e suo cognato, l’assessore del Comune di Santa Maria a Vico, Ernesto Savinelli, con Angelo Grillo e Roberto Grillo, concretizzatosi nell’assunzione di alcuni parenti dei primi due, nella ditta “Fare l’ambiente”, in cambio dell’aggiudicazione della gara d’appalto per il servizio di igiene urbana per quel comune configurando così il reato di corruzione aggravato dall’aver favorito il clan Camorristico marcianisano.

Inoltre, il nuovo provvedimento cautelare va a colpire un altro dipendente della ditta “Fare l’ambiente”, Raffaele Caduco, che aveva preparato gli atti per la gara d’appalto che sapeva già essere truccata nonché il commercialista delle imprese dei Grillo, Antonio Finelli, uomo assolutamente di fiducia di Angelo Grillo, tanto da essere considerato – riferiscono gli inquirenti – “un vero e proprio consigliere per gli affari leciti ed illeciti”, e, dopo l’arresto di tutti gli appartenenti all’entourage della famiglia Grillo, “il gestore di fatto di tutti i beni e le aziende riconducibili a loro”.

Allo stesso Fineli, durante l’attività investigativa, è stata sequestrata una pen drive nella quale era contenuta la contabilità delle ditte di Grillo, anche di quelle già colpite da interdittiva antimafia. Come dimostrato dalle attività tecniche, Finelli avrebbe continuato ad incontrare Grillo, ristretto agli arresti domiciliari, al fine di proseguire nella gestione delle imprese ma prestando comunque attenzione per eludere, senza riuscirci, le investigazioni. Sia Caduco che Finelli dovranno rispondere del reato di turbata libertà degli incanti, in concorso con Angelo e Roberto Grillo, ed altri soggetti già tratti in arresto nella precedente ordinanza di custodia cautelare.

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