Appalti e camorra, annullata ordinanza per Cesaro e i suoi fratelli

di Redazione

 Napoli. Il Tribunale del Riesame ha scarcerato Aniello e Raffaele Cesaro, nell’ambito dell’inchiesta sull’infiltrazione della camorra negli appalti Pip al Comune di Lusciano (Caserta), che vede implicato anche il parlamentare forzista Luigi Cesaro per il quale era stata avanzata nelle scorse settimane richiesta di arresto alla Camera dei Deputati.

I due fratelli lasciano il carcere di Secondigliano dopo venti giorni dagli arresti, su richiesta dei penalisti Paolo Trofino e Maria Lampitella. Nei giorni scorsi erano stati scarcerati anche l’ex sindaco di Lusciano, Isidoro Verolla, l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro e l’ingegner Angelo Oliviero,ex responsabile dell’ufficio tecnico luscianese.

Le motivazioni alla base della revoca dei provvedimenti restrittivi saranno depositate nei prossimi giorni. L’inchiesta, basata in particolare sulle rivelazioni di collaboratori di giustizia, si riferisce a una vicenda del 2004 e in particolare a due gare di appalto bandite dal Comune di Lusciano, in provincia di Caserta. Gare condizionate, secondo gli inquirenti, dal clan dei Casalesi, e che riguardavano la costruzione del Pip, area del Piano insediamenti produttivi, e di un impianto sportivo.

I fratelli Cesaro, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbero estromesso un concorrente facendo sapere al gruppo camorristico dei Bidognetti di essere disponibili a versare al clan una tangente di importo superiore rispetto a quella proposta dall’altro imprenditore.

I retroscena sulle gare d’appalto furono rivelati ai magistrati della Dda fa due pentiti: Luigi Guida, per anni braccio destro del boss Francesco Bidognetti, e Gaetano Vassallo, imprenditore legato al clan. Le richieste di misure cautelari, avanzate dalla procura due anni e messo fa, furono emesse il 23 luglio scorso.

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