Caserta – “Quella che sta emergendo nell’area ex Pozzi Ginori di Calvi Risorta (Caserta) è probabilmente la discarica sotterranea più grande d’Europa con un’estensione di circa 25 ettari e un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti”.
Lo ha affermato il comandante regionale del Corpo Forestale Sergio Costa che lunedì mattina ha effettuato un sopralluogo nell’area in cui da venerdì sono in corso gli scavi effettuati dai mezzi del Genio Militare e coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. Sono diedi le persone, in particolare proprietari dei terreni, iscritte nel registro degli indagati.
Quattro le buche nelle quali erano interrati fusti di solventi, ma secondo la forestale il cimitero di veleni è ben pui vasto e infatti si continuerà a scavare. Allarme, per il risultato degli scavi, e anche qualche polemica tra don Maurizio Patriciello e il consulente della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Andrea Buondonno, docente di Pedologia della Sun.
“Questo è una bomba ecologica, uno scempio, per questo la gente continua a morire di tumore, e non sono nella zona nota come Terra dei fuochi, ma anche qui, nell’Alto-Casertano, dove non ci aspettavamo di trovare una situazione del genere”. Queste le parole cariche di rabbia del sacerdote parroco a Caivano.
“Ci vogliono i numeri”, ha replicato il consulente dei pm, presente a Calvi per raccogliere campioni. “Ma quali numeri, ogni giorno si muore e voi ancora che negate l’evidenza. Questo è inconcepibile”. Il consulente ha poi spiegato che “si tratta di rifiuti industriali, quindi speciali, sulla cui pericolosità potremo esprimerci dopo le analisi. Se non dovessero risultare pericolosi si potrebbero però interrare nuovamente”. «Non è successo nulla – ha ribattuto ironicamente Patriciello – è tutto normale”.
Sul posto anche il direttore operativo del Consorzio Polieco (Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti di beni a base di polietilene) Claudia Salvestrini. “Qui a Calvi Risorta – ha detto – il disastro è stato provocato non dalla camorra, ma da imprenditori esperti nell’interrare rifiuti, visto che hanno coperto i vari strati di rifiuti con strati di terra in modo da evitare emissioni gassose che sarebbero state visibili. Gli interramenti, iniziati circa 30 anni fa, sono andati fino almeno al 2002-2003”.