Ha staccato un assegno da 55mila dollari per poter braccare il leone Cecil, ucciderlo e poi staccargli la testa da tenere come trofeo. Un dentista americano è l’assassino di Cecil, il leone più amato del Parco nazionale Hwange nello Zimbabwe. Ora il governo dello Stato africano gli dà la “caccia” per aver distrutto un simbolo del Paese. E su Facebook il dottor Walter James Palmer è diventato il “simbolo del male”.
L’uomo, del Minnesota, ha riconosciuto di avere ucciso in Zimbabwe il leone Cecil ma ha detto ignorare che fosse protetto spiegando di essersi fidato del parere delle guide locali secondo cui la caccia era legale. Palmer, già condannato in passato per avere sparato ad un orso nero in Wisconsin, ha rilasciato un comunicato dopo essere stato identificato dalle autorità dello Zimbabwe, che lo starebbero ricercando. L’uomo sostiene di non essere stato ancora contattato, neppure dalle autorità statunitensi.
“Ignoravo totalmente che il leone fosse conosciuto e fosse il preferito (del parco), che avesse sul corpo un segnalatore e fosse oggetto di studi prima della fine della caccia”, spiega Palmer, che vive alla periferia di Minneapolis, a Eden Prairie. “Sono profondamente rammaricato dalla morte di questo leone. Adoro e pratico con responsabilità questa attività, sempre nel rispetto della legalità”, aggiunge.
Walter James Palmer si è avvalso della complicità di altre due persone, un cacciatore professionista e il proprietario di una fattoria, che sono stati portati in tribunale con l’accusa di caccia illegale. La polizia dello Zimbabwe sta cercando l’americano che avrebbe sparato al leone, vera e propria attrazione turistica del parco africano. Un esemplare di 13 anni che tra l’altro era anche coinvolto in un progetto di ricerca dell’Università di Oxford, dotato dal ’99 di collare con sensore Gps per essere sempre localizzato.
Le autorità hanno confermato che ad essere ricercato per la sua morte è un turista americano, Walter James Palmer, un dentista del Minnesota non nuovo a esperienze del genere. Palmer risulta al momento latitante e avrebbe pagato la somma di 50mila dollari per uccidere Cecil.
I due uomini già arrestati e chiamati in giudizio per averlo aiutato nella brutale impresa, come spiegato in una nota congiunta di Zimbabwe National Parks and Wildlife Authority e Safari Operators Association, sono il proprietario di una fattoria e il cacciatore professionista Theo Bronchorst. Uccidere il leone è stato illegale perché il proprietario della fattoria in cui è avvenuta l’uccisione non aveva un regolare permesso di caccia. Rischiano fino a 15 anni di carcere.
I cacciatori, spiega il Telegraph, avrebbero attirato di notte con un’esca il leone fuori dall’area protetta (dentro il parco gli animali non possono essere cacciati) e lo avrebbero ferito con arco e freccia. Dopo 40 ore Cecil sarebbe stato trovato ferito e quindi finito con un fucile, per poi essere stato decapitato e scuoiato. Il collare Gps è stato semidistrutto. I “trofei” di caccia sono stati confiscati e potrebbero essere usati come prova nel processo.
E nell’attesa di reperire Palmer, lo Zimbabwe piange il suo leone più amato: Cecil con la sua criniera nera e la sua indole era una “star” per turisti di tutto il mondo in visita al parco di Hwange. Ora, tra l’altro, si teme anche per i suoi cuccioli: dal momento che Cecil è morto, il nuovo maschio dominante Jericho probabilmente ucciderà tutta la sua prole.