Poliziotto ferito, catena umana dell’Antiracket

di Redazione

Napoli – Un girotondo intorno alla Questura di Napoli. È stata la catena umana per dimostrare solidarietà e vicinanza a Nicola Barbato, 50 anni, il poliziotto casertano gravemente ferito giovedì scorso nel quartiere Fuorigrotta. A organizzarla è stata la Fai, Federazione anti racket italiana, settore nel quale l’agente è impegnato. Alla catena umana hanno partecipato molti poliziotti, oltre 150 commercianti, alcuni esponenti delle istituzioni cittadine. Una delegazione, guidata da Tano Grasso, è stata ricevuta dal questore Guido Marino.

“Non è vero che siamo di fronte a una città in ginocchio, questa vicenda nasce perché un commerciante ha denunciato, si è ribellato”. Così Tano Grasso, presidente della Fai, la Federazione antiracket italiana. “Ci siamo rivolti ai commercianti dell’antiracket – dice – e oggi hanno chiuso i negozi in tanti e sono venuti qui per partecipare alla catena umana”. “Siamo una minoranza, questa è la tragedia, ma cresciamo. Ai commercianti che non denunciano – conclude – dico che non devono avere paura perché hanno dalla loro parte i poliziotti, pronti a rischiare la vita”.

“Dobbiamo smetterla di dire che lo Stato è assente, basta con queste idiozie. C’è un nostro poliziotto in fin di vita, a me interessa che torni fra noi”, dice il questore di Napoli, Guido Marino. “Serve un po’ meno retorica e più consapevolezza che la città non va lasciata in mano a quattro rifiuti umani, parassiti e deficienti che vanno sparando terrorizzando le persone perbene. Le indagini non hanno avuto tregua, siamo impegnati nelle ricerche”. “Quando ci sarà una svolta lo renderemo pubblico”,, ha aggiunto Marino ricevendo una delegazione della Federazione antiracket italiana. “Al momento non ha senso un aggiornamento che sarebbe interlocutorio”.

Intanto, Nicola Barbato, originario di Gricignano e residente a Carinaro, nel Casertano, non viene mai lasciato solo in ospedale. Nel nosocomio napoletano si alternano da giovedì molti agenti e funzionari della polizia di Stato che vengono a sincerarsi delle condizioni del collega, ma anche a prestare tutto l’aiuto possibile ai familiari. Ieri nell’ospedale c’è stata anche la visita del Capo della polizia, Alessandro Pansa.

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