Aversa – Ci sono i primi due iscritti nel registro degli indagati per la morte di Luciano Palestra, l’operaio di 41 anni, originario di Cercola, ma residente a Massa di Somma (Napoli), avvenuta giovedì pomeriggio all’interno della facoltà di ingegneria della Sun ad Aversa.
Si tratterebbe del titolare della ditta molisana che stava eseguendo i lavori di consolidamento nel complesso monumentale dell’Annunziata e del direttore dei lavori. Non ci sarebbe ancora una formulazione precisa di reato anche se sembrerebbe ipotizzarsi, almeno per il momento, l’omicidio colposo. Un atto dovuto fanno notare, comunque, dalla Procura di Napoli Nord dove sono due i pubblici ministeri ad occuparsi del caso, Francesco Borriello e Stefania Faiella, coordinati dal procuratore capo Francesco Greco. In campo anche gli agenti del locale commissariato con il dirigente Paolo Iodice.
I poliziotti aversani, partendo dal presupposto che si tratta di indagini in massima parte tecniche, che avranno tempi lunghi, hanno ascoltato il titolare dell’azienda, i tecnici impegnati nel progetto e, soprattutto hanno acquisito presso gli uffici della facoltà di ingegneria della Sun tutta una serie di documenti relativi ai lavori di consolidamento in corso.
Nel pomeriggio di ieri, all’istituto di medicina legale di Caserta, è stato eseguito l’esame necroscopico sul corpo dello sfortunato operaio che ha lasciato la moglie Anna e ben tre figli. L’esito dell’autopsia non è stato ancora reso noto. I risultati, comunque, potrebbero portare a novità eclatanti per quanto riguarda l’inchiesta. Gli inquirenti, infatti, evidenziano che, sebbene la causa della morte sia scontata: il crollo del solaio, bisogna verificare una serie di circostanze.
Luciano Palestra, infatti, dopo la caduta dal solaio che sarebbe stato all’altezza di sei metri, avrebbe presentato una serie di ferite alla testa e, soprattutto, sembra, non indossasse il casco protettivo prescritto dalla normativa sulla sicurezza. Allora, ad esempio, c’è da verificare, attraverso l’esame necroscopico, se lo avesse indossato se avrebbe potuto salvarsi.
All’esame dei due magistrati e degli agenti del commissariato della polizia di stato di Aversa anche la relazione redatta dalla dirigenza provinciale dei vigili del fuoco nella quale si legge che i solai di copertura dei locali al secondo piano del complesso monumentale dell’Annunziata sono simili a quello crollato e presentano diffuse condizioni di degrado, dovute anche ad infiltrazioni d’acqua piovana. Inoltre, vengono ipotizzate situazioni di sovraccarico permanente che i vigili del fuoco evidenziano non è stato possibile verificare che, ovviamente, potrebbero compromettere la stabilità.
Ci sarebbe, quindi, un pericolo di instabilità, di crollo anche per altre parti dell’edificio (che ha almeno cinque secoli di storia) e sarebbe stato propria questo particolare a far decidere per la chiusura della sede di via Roma sino a nuovo ordine, con la didattica e gli esami spostati presso la moderna sede di via Michelangelo. Insomma, necessiterebbero di ulteriore consolidamento alcune parti della prestigiosa e storica sede della facoltà che pure già era stata oggetto di questo tipo d interventi.
Da registrare, poi, sempre in via Roma le polemiche per l’abbattimento e ricostruzione (con aumento di volumetria) di un fabbricato ubicato nella zona degli storici Giardini dell’Annunziata. Si tratta di un progetto approvato nell’ambito dei Piu Europa dal costo di oltre quattro milioni di euro di cui circa quattrocentomila euro a carico delle casse dell’ateneo.