Sono proseguite per tutta la notte, e proseguono ancora, le operazioni dei Vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi nella zona dello scontro tra i due treni della Ferrotramviaria sul binario unico, al chilometro 51, nelle campagne tra Andria e Corato, avvenuto martedì 12 luglio, intorno alle 11.
Il bilancio provvisorio è di 27 vittime e 52 feriti. La procura di Trani, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, costituirà un pool di magistrati per coordinare le indagini. I pm ipotizzano che vi sia stato un errore umano.
Bisognerà accertare chi ha sbagliato e occorrerà verificare l’adeguatezza del sistema di controllo rispetto alle norme in vigore, nonché i tempi del raddoppio della tratta e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico.
Recuperate, intanto, due scatole nere dei treni coinvolti nel disastro ferroviario e sequestrati e acquisiti i registri delle stazioni di Andria e Corato, i filmati delle telecamere lungo la linea e le comunicazioni telefoniche, trascritte nei fonogramma, tra i capistazione dei due scali.
Uno dei due convogli era partito da Corato diretto ad Andria e l’altro, viceversa, proveniva da Andria e procedeva in direzione Corato. In realtà erano due i treni delle Ferrovie del Nord Barese provenienti da Corato e diretti verso nord. Uno di questi convogli viaggiava con qualche minuto di ritardo: questa circostanza potrebbe aver indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno fermo in stazione. Il convoglio, circa dieci minuti dopo la partenza da Andria, si è scontrato con il treno proveniente da Corato.
A bordo dei treni viaggiavano pendolari e studenti, ma anche molti passeggeri che devono raggiungere l’aeroporto di Bari Palese. L’impatto tra i convogli, che viaggiavano ad una velocità di 100-110 km all’ora, è stato violentissimo. I vagoni sono stati letteralmente sbriciolati, pezzi di lamiere sono volati per decine di metri tra gli ulivi della campagna pugliese, ai lati dei binari. Uno dei treni ha soltanto due vagoni rimasti pressoché intatti; l’altro solo l’ultimo, quello di coda.
Sotto accusa viene messa la linea unica. Anche se l’ad di Fs Renato Mazzoncini, a margine di un convegno sul disagio sociale ha dichiarato che “la polemica sul binario unico non ha senso, perché in Italia e nel resto del mondo la maggior parte delle linee sono a binario unico, il sistema di sicurezza non dipende dal numero dei binari: tutte le linee ferroviarie hanno un livello di sicurezza garantito, anche quelle a binario unico”.
Per ora non ci sono indagati. Il pm di Trani, Francesco Giannella, che dirige l’inchiesta, ha dichiarato: “Lavoriamo sull’errore umano o su quello che lo ha determinato o semplicemente sulle istruzioni che sono state date al personale”. Ma c’è chi punta il dito contro la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria: in quella tratta, infatti, viene ancora usato il cosiddetto ‘blocco telefonico’, cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico.
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