Omicidio Fortuna Loffredo: Caputo e Fabozzi rinviati a giudizio

di Redazione

Caivano (Napoli) – È iniziato mercoledì 21 settembre il processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni stuprata e buttata giù dall’ottavo piano di un palazzo del Parco Verde di Caivano, lì dove viveva.

In carcere, per la violenza e l’omicidio, c’è Raimondo Caputo, alias “Titò”, residente del luogo. La sua compagna Marianna Fabozzi, invece, è accusata di complicità e aver taciuto anche gli abusi sulle tre figlie minori della Fabozzi, amichette di gioco di Fortuna.

Entrambi sono stati rinviati a giudizio: subiranno il processo con queste pesantissime accuse. Accolta anche la costituzione di parte civile intentata dai parenti di Chicca, rappresentati dall’avvocato Angelo Pisani. Il processo comincerà l’8 novembre dinanzi alla Quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli.

Toccherà ora al giudice per le indagini preliminari decidere se accogliere o meno la richiesta del rinvio a giudizio pronunciata dalla Procura di Napoli Nord a seguito delle indagini condotte dagli inquirenti. “Nelle indagini non è stata accertata la complicità della mia assistita”, sostiene Salvatore di Mezza avvocato della compagna di Caputo, la Fabozzi.

Pietro Loffredo, il papà di Chicca, all’ingresso in tribunale è stato netto: “Povera figlia mia, cosa le è capitato. Voglio giustizia e voglio la verità”.

“Ci sono cose che non quadrano e tanto ancora deve venire fuori. Sono convinta che la figlia di Marianna Fabozzi sta coprendo la madre e che Fortuna non è stata buttata giù dal terrazzo” è invece la tesi di Rosaria, nonna di Fortuna Loffredo. “Chicca – dice la nonna – non aveva niente di rotto, per me è impossibile vista l’altezza. Sono convinta che giù è stata portata dopo quando era già morta. È stata uccisa sopra”.

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