E’ finito in carcere il sindaco di San Felice a Cancello (Caserta), Pasquale De Lucia, 53 anni, arrestato dai carabinieri di Maddaloni per un presunto giro di mazzette in cambio di appalti. Secondo quanto si è appreso, otto persone sono finite in carcere e 13 ai domiciliari.
Le indagini, coordinate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno coinvolto numerosi esponenti dell’amministrazione comunale della cittadina del Casertano. Tra questi il vicesindaco Francesco Petrone, il comandante dei vigili urbani Franco Scarano, il responsabile dell’ufficio tecnico Raffaele Auriemma.
Coinvolta anche Rita Emilia Nadia di Giunta, amministratore delegato di “Terra di Lavoro Spa”, società ad intero capitale pubblico, con socio unico l’ente Provincia di Caserta. Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, tra l’altro, di associazione per delinquere, corruzione, concussione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà degli incanti e truffa. De Lucia, 54 anni, era stato proclamato nuovamente sindaco il 31 maggio 2007, dopo una prima elezione nel 2002.
Il primo cittadino è anche consigliere provinciale di Caserta e ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio provinciale. Fino allo scorso mese di maggio, quando si è dimesso, era vicepresidente della Provincia di Caserta.
Pasquale De Lucia, consigliere provinciale e sindaco del comune di San Felice a Cancello; Felice Auriemma, responsabile ufficio tecnico comune di San Felice a Cancello; Andrea De Lucia, imprenditore; Francesco Scarano, comandante Polizia municipale; Francesco Petrone, vicesindaco e assessore all’ambiente; Antonio Basilicata, responsabile settore rifiuti; Massimo Balsamo, imprenditore settore rifiuti; Clemente De Lucia, consigliere comunale.
Adottata la misura degli arresti domiciliari nei confronti di: Rita Emilia Nadia Di Giunta, dirigente della provincia di Caserta, amministratore delegato “Terra di Lavoro” Spa, tesoriere della Fondazione “Campania Futura”; Antonio Nuzzo, imprenditore; Roberto Chersoni, imprenditore settore ristorazione; Francesco Chersoni, imprenditore; Antonio Chersoni, imprenditore; Carlo Chersoni, imprenditore: Vincenzo Papa, consigliere comunale; Luigi Raffaele Perrotta, imprenditore; Giuseppe Perrotta, imprenditore: Antonio Schiavone, imprenditore; Salvatore Schiavone, imprenditore; Annamaria Russo, imprenditore; Giuseppe De Rosa, imprenditore.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di una serie indefinita di fatti di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, di falsità ideologica, di concussione, di finanziamento illecito dei partiti, di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficio in atti pubblici, turbata libertà degli incanti e truffa aggravata ai danni dello Stato e abusi di ufficio.
Le investigazioni sono state avviate nel dicembre 2013 a seguito dell’esplosione di un ordigno artigianale nella frazione Polvica del Comune di San Felice a Cancello, che danneggiava il vivaio di proprietà dell’aggiudicatario dei lavori di posizionamento di piante ornamentali in quel centro, la ditta “Ever Green” facente capo a Dragone.
L’indagine, immediatamente avviata, consentiva di disvelare una fitta trama di rapporti di natura criminale, coinvolgente esponenti del mondo politico (titolari di cariche elettive e non), del settore amministrativo del Comune di San Felice a Cancello, nonché dell’immancabile settore dell’impresa privata.
Le complesse e articolate indagini sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia di Maddaloni, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, lungo l’arco di circa diciotto mesi; esse sono consistite, fra l’altro, nella predisposizione di accurate consulenze tecniche e di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché nella espletamento di numerosi interrogatori ed audizioni di persone informate sui fatti e nella effettuazione di accurati servizi di pedinamento ed osservazione dei soggetti indagati.
Nel corso dell’attività sono stati riscontrati numerosi illeciti compiuti, nel ultimi anni, da esponenti politici e dirigenti dei settori strategici del Comune di San Felice a Cancello (Settore Ecologia e Ufficio Tecnico e Lavori Pubblici) nella gestione delle gare di appalto e nel rilascio di varie autorizzazioni amministrative (in particolare permessi a costruire).
Sul versante imprenditoriale sono emerse diverse figure di soggetti operanti in svariati settori (rifiuti, ristorazione, materiale elettrico, autolavaggio), da qualificarsi, a pieno titolo, “imprenditori collusi”, figura determinante per la realizzazione del programma criminoso, predisposto dal primo cittadino, consistente essenzialmente nell’acquisizione di consenso elettorale attraverso la commissione di una pluralità di reati, in particolare turbative d’asta, corruzioni e illeciti edilizi.
Nell’ambito della presente indagine si è accertato, altresì, un sistema illecito di pesatura dei rifiuti da parte della ditta Balsamo di Torre Annunziata, affidataria del servizio di smaltimento rifiuti del Comune di San Felice a Cancello, da cui sono scaturiti profitti per migliaia di euro conseguiti in modo truffaldino. Si è dimostrato, in effetti, che il guadagno illecito si concretizzava mediante l’alterazione dei formulari attestanti il peso dei rifiuti, consentendo così di procurarsi, con la complicità di pubblici funzionali comunali (omissione ascrivibile a Basilicata Antonio, responsabile del settore ecologia), la liquidazione di somme di denaro da parte dell’Ente, per un importo accertato di circa 164mila euro.
Quanto all’ipotesi associativa, le indagini hanno consentito di ricostruire l’organigramma del sodalizio criminoso, con il ruolo ricoperto da ciascuno degli associati; in particolare, il ruolo di vertice di Pasquale De Lucia, sindaco del Comune di San Felice a Cancello e di Rita Emilia Nadia Di Giunta, tesoriere della Fondazione Campania Futura, i quali, avvalendosi dell’apporto determinante del vicesindaco, Francesco Petrone, impartivano agli altri sodali le direttive, puntualmente eseguite, volte alla commissione dei singoli illeciti compiuti poi effettivamente.
Si tratta delle “direttive” impartite: al dirigente amministrativo del settore Ufficio Tecnico (Felice Auriemma) – affinchè questi predisponesse come effettivamente avvenuto, anche mediante falsi in atto pubblico, tutti gli atti necessari per pilotare l’aggiudicazione di gare aventi ad oggetto la realizzazione di lavori pubblici e per rilasciare permessi a costruire illegittimi in favore di imprenditori compiacenti, fra i quali i fratelli Chersoni; al dirigente amministrativo del Settore Ecologia (Basilicata Antonio), affinché questi alterasse l’esito di gare aventi ad oggetto l’affidamento del servizio di distribuzione sacchetti per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani (fra le quali la ditta di Antonio e Salvatore Schiavone) e quella per l’aggiudicazione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti; nonché di impedire, con l’apporto determinante di Clemente De Lucia, nella qualità di consigliere comunale di maggioranza, l’adozione di provvedimenti inibitori nei confronti della ditta F.lli Balsamo, al momento dell’accertamento della truffa nella pesatura dei rifiuti; al comandante della Polizia Municipale, Francesco Scarano, affinchè questi omettesse, come effettivamente ometteva, i doverosi e necessari controlli atti a garantire il rispetto della normativa in materia di lavori pubblici (lavori su via Cave effettuati dalla ditta Bruma sas; lavori in piazza Giovanni XXIII effettuati dalla ditta Dragone) e in materia di edilizia (complesso edilizio De Lucia Andrea e Papa Nicola; Supermercato Todis dei fratelli Perrotta) cosi assicurando l’impunità agli imprenditori compiacenti; ricevendo, in cambio, l’assunzione del figlio presso il suddetto supermercato Todis; Felice Auriemma, in qualità di organizzatore, stretto collaboratore del sindaco, responsabile dell’Utc, coordinava le attività criminali del sodalizio, pilotando l’affidamento dei lavori pubblici e nonché il rilascio di permessi a costruire illegittimi, mediante la falsificazione di sottoscrizioni di ignari professionisti, risultate apposte ai progetti; Antonio Basilicata, quale responsabile del Settore Ecologia, secondo le direttive del Sindaco, predisponeva gli atti di gara in modo da consentire l’affidamento di servizi pubblici in favore di imprenditori amici, nonché forniva un contributo alla falsificazione della pesatura dei rifiuti da parte dell’impianto di stoccaggio riferibile alla ditta F.lli Balsamo, in accordo con Clemente De Lucia, al quale consegnava, a decorrere dal primo gennaio 2014, i formulari per lo smaltimento dei rifiuti in bianco (vi apponeva solo il timbro e la sua sigla).
Altro pubblico ufficiale, con il ruolo di organizzatore dell’associazione, si è rivelato Francesco Petrone, vicesindaco con delega al Settore Ecologia e presidente della Commissione Ambientale, il quale, previo accordo con il sindaco, ha avuto il compito di prospettare alle imprese e, in particolare al titolare della ditta “Ecologica impianti”, di Antonio Scialdone, gravi ritorsioni consistenti nella mancata proroga del servizio di affidamento della raccolta rifiuti, al fine di ottenere l’assunzione di sei disoccupati; predisponeva gli atti necessari e propedeutici alla stesura del bando di gara per l’affidamento del servizio di raccolta e di smaltimento rifiuti, al fine di ottenere dalla ditta aggiudicataria la corresponsione della tangente di 1 milione e seicento mila euro circa pari al 10% del valore complessivo dell’appalto; Petrone altresì ha concorso nella falsificazione della documentazione relativa alla pesatura dei rifiuti organici conferiti alla ditta Balsamo.
Altro sodale, a pieno titolo inserito nell’organigramma associativo è risultato il comandante della Polizia municipale, Francesco Scarano, il quale, su direttive del sindaco e del Responsabile dell’Utc, Felice Auriemma, ha organizzato l’attività dei propri subordinati, in modo da omettere i doverosi e necessari controlli presso i cantieri gestiti dagli imprenditori “amici”, per il rispetto della normativa in materia di lavori pubblici ( lavori su via Cave effettuati dalla ditta Bruma sas; lavori in piazza Giovanni XXIII effettuati dalla ditta Dragone) e di edilizia (complesso edilizio Andrea De Lucia e Nicola Papa; Supermercato Todis dei fratelli Perrotta).
Altri due consigliere comunali sono rimasti coinvolti nel fatto associati vo: si tratta di Vincenzo Papa, cotitolare della ditta NG Costruzioni unitamente a Andrea De Lucia, quale partecipe dell’associazione concorreva nella turbativa d’asta in favore di Dragone Luigi; nonché di Clemente De Lucia, capo cantiere nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, il quale falsificava in accordo con il titolare della ditta Balsamo, la pesatura dei rifiuti organici conferiti dal Comune di San Felice a Cancello, per consentire un illecito guadagno in danno dell’Ente Comunale.
Le vicende corruttive hanno visto coinvolti i seguenti imprenditori: Antonio Chersoni Antonio, Roberto Chersoni, Francesco Chersoni e Carlo Chersoni, i quali hanno corrisposto al Sindaco e al Responsabile dell’Utc imprecisate somme di denaro, nonché altre utilità consistenti nell’assunzione di personale, ottenendo in cambio un costante asservimento dell’Utc e realizzazione di una pluralità di abusi edilizi funzionali al migliore svolgimento delle loro attività commerciali (ristorazione ed autolavaggi);
Andrea De Lucia, che ha erogato diverse somme di denaro e altre indebite utilità al sindaco Pasquale De Lucia, ottenendo in cambio il rilascio di illegittimi permessi a costruire un complesso residenziale nella frazione Polvica. Ancora una volta l’indagine ha dimostrato come il sindaco De Lucia ha piegato la funzione elettiva ricoperta per il perseguimento di interessi privati, propri e di quelli del corruttore, non esitando a coinvolgere nella vicenda il responsabile dell’Utc, Felice Auriemma, incaricato della predisposizione di atti amministrativi di favore per De Lucia Andrea. Potendo altresì il sindaco contare sulla disponibilità del comandante della polizia Municipale, Scarano, al fine di omettere le doverose attività di controllo ed i conseguenziali sequestri di immobili realizzati in modo parzialmente abusivo.
Svariate sono le vicende corruttive ricostruite, fra le quali quella in cui il De Lucia, in qualità di Sindaco del Comune di San Felice a Cancello, compiva contrario a doveri di ufficio consistente nel fare approvare dalla Giunta Comunale la delibera con cui si assegnava alla società sportiva calcistica Virtus Sceirano ASD il contributo di 15.500 euro, nonché l’esonero dal pagamento del canone di locazione di 8.500 euro, per il campo sportivo di San Marco Trotti denominato “Stadio Cav. Pasquale De Lucia” da parte dalla società sportiva Virtus Carano Asd che si impegnava ad eseguire opere di adeguamento e ristrutturazione, mai iniziate; ricevendo, il De Lucia, per sé e per altri da parte di Antonio Nuzzo, consigliere comunale di maggioranza, presidente di fatto e cognato (Raffaele Di Crisci) del presidente pro tempore della società sportiva calcistica Virtus Scarano Asd, la somma di 2.500 euro a mezzo bonifico bancario del 12.02.2014 sul conto cc 1000/2288 intestato a Campania Futura di cui De Lucia era presidente e delegato alla movimentazione.
Altra vicenda corruttiva è quella in cui Pasquale De Lucia, sindaco del Comune, e Antonio Basilicata, responsabile del Servizio Ecologia e Ambiente e del procedimento, compivano un atto contrario ai doveri di ufficio, affidando alla ditta Eco Mondo (riferibile a Salvatore Schiavone e Antonio Schiavone) il servizio di distribuzione dei kit per la raccolta differenziata, per un importo complessivo di 57mila euro, in assenza dei requisiti previsti dalla legge; lo prorogavano per ben due volte; Pasquale De Lucia ricevendo, in cambio, l’utilità consistente nella fondazione di due circoli politici del Ncd nel Comune di Casa! di Principe da parte dei fratelli Schiavone, titolari di fatto della Eco Mondo.
Le indagini hanno confermato il malcostume imperante presso le pubbliche amministrazioni della provincia di Casetta. Basti solo pensare alle numerose vicende A corruttive cha hanno visto come protagonista il responsabile dell’Ufficio Tecnico, Auriemma, il quale, per compiere un atto contrario ai suoi doveri di ufficio, accettava la somma di 900 euro da Annamaria Russo e Giuseppe De Rosa, al fine di consentire l’apertura di una attività commerciale consistente in Autolavaggio DR Wash in San Felice a Cancello Piazza della Vecchia; accettava la somma di 7/8 mila euro dai fratelli Chersoni per garantirgli la realizzazione di opere abusive di ampliamento dei locali adibiti a bar ristorante; accettava la somma di 900 euro per il rilascio di ulteriori autorizzazioni non consentite a Carlo Chersoni.
Nel corso delle indagini, sono altresì stati scoperti tentativi di inquinamento probatorio da parte di taluni degli indagati, così come quando il sindaco Pasquale De Lucia, unitamente con Rita Di Giunta, si è recato presso un sottosegretario di Stato per chiedere, senza però ottenere nulla, che fossero trasferiti i carabinieri, di cui la procura si avvaleva per lo svolgimento delle indagini. Non essendo riusciti in tale intento, altri componenti della cupola delinquenziale in esame, non esitavano a rivolgersi ad un imprenditore, al fine di indurlo a rendere dichiarazioni calunniose a carico dei medesimi carabinieri.
Emblematica della concezione privatistica del pubblico servizio svolto la vicenda corruttiva, in cui Pasquale De Lucia si faceva consegnare la somma di denaro di 2.500 euro, da Andrea Nuzzo x, per l’assegnazione dell’uso dell’impianto sportivo concesso alla società sportiva calcistica Virus Casarano Scarano asd; o di quella in cui il medesimo De Lucia si faceva consegnare da Andrea De Lucia, sotto forma del pagamento della rata mensile, per la locazione della sede ospitante la fondazione “Campania Futura”, in cambio della erogazione alla società sportiva calcistica “Stella azzurra Feliciana” di un sostanzioso contributo in denaro a carico del Comune. E sempre De Lucia Pasquale, quale sindaco, si faceva consegnare dallo stesso Andrea De Lucia la somma di 1.000 euro, in cambio dell’impegno a rivolgersi ad un sottosegretario di Stato, per fargli ottenere l’utilizzazione di depositi dell’ex Esercito italiano.
Il quadro di corruzione che viene delineandosi, dunque, è quello di pubblici ufficiali che, piegano e vendono la propria funzione in cambio di denaro e generalmente, di altre utilità, come quelle più ricorrenti in diverse recenti indagini di questo Ufficio, come l’assunzione di persone presso le ditte degli imprenditori corruttori, assunzioni con palese finalità clientelare.