Teverola – Sei misure cautelari (quattro persone agli arresti domiciliari e due sottoposte ad obbligo di presentazione) ed un sequestro di beni e conti correnti di 2 milioni e 643mila euro. E’ il bilancio dell’operazione, compiuta stamani dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa, su ordine della Procura di Napoli Nord, nell’ambito dell’inchiesta sulla “Molini Campani spa” di Teverola.
I destinatari dei provvedimenti sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con altri 12 indagati, di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e furto aggravato.
L’indagine, avviata nel settembre 2016 dalla stazione dei carabinieri di Teverola, ha determinato un grave quadro indiziario da cui è emerso che l’amministratore delegato della Molini Campani (società in regime di concordato preventivo dal 2014 perché coinvolta nel crack del Gruppo Alimonti, insieme ad altri indagati, avrebbe realizzato reiterate condotte fraudolente finalizzate a distrarre beni aziendali conservati all’interno della sede operativa di Teverola: impianti, macchinari, attrezzature industriali e commerciali, per un valore di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
In particolare, con la simulazione dello svolgimento di lavori di manutenzione e sorveglianza sui beni presenti nello stabilimento sono stati costruiti i presupposti giuridici per consentire e giustificare l’accesso alla struttura da parte di altra impresa, facente capo a uno degli indagati, fittiziamente incaricata della manutenzione.
In tale frangente, attraverso una meticolosa organizzazione logistica, i beni e i macchinari, secondo l’ipotesi accusatoria, venivano in realtà distratti dal patrimonio sottoposto a concordato preventivo, mediante la loro materiale sottrazione, trasporto (utilizzando fatture e bollette doganali false) presso i terminal portuali di Napoli e Salerno e trasferimento all’estero, principalmente in Egitto, inducendo in errore l’autorità doganale – grazie a tali artifici documentali – circa l’effettiva titolarità degli stessi beni, immettendoli in un circuito internazionale di non agevole tracciabilità.
Durante le indagini è stata acquisita copiosa documentazione probatoria a sostegno del quadro accusatorio. Lo stabilimento è stato sottoposto a sequestro preventivo.