E’ di Vincenzo Ruggiero il cadavere ritrovato a Napoli, in uno scantinato di via Scarpetta, nel quartiere Ponticelli. Non è ancora ufficiale l’identificazione del corpo, fatto a pezzi e gettato nel cemento per nasconderlo, ma gli inquirenti sono certi che si tratti del 25enne di Parete scomparso da un appartamento di Aversa, in via Boccaccio, lo scorso 7 luglio e ucciso per un raptus di gelosia dal 35enne di Giugliano Ciro Guarente, originario di San Giorgio a Cremano, ex sottocapo della Marina Militare ed ex compagno di Heven, la trans che ospitava la vittima nell’abitazione in cui è avvenuto il delitto.
Nel piano di Guarente, secondo gli investigatori, ci sarebbe stata la volontà di non far mai ritrovare il corpo tentando di nasconderne quel che restava in un grosso foro all’interno di un autolavaggio che si trova in un garage della palazzina popolare. Il cadavere sarebbe anche stato cosparso di acido cloridrico.
In un primo momento Guarente aveva riferito ai carabinieri di aver gettato il cadavere nel mare a Licola, dove da giorni si erano concentrate le ricerche, facendo poi sparire il cellulare e gli altri oggetti personali di Vincenzo. Ma nelle acque del litorale domizio-flegreo nessuna traccia del corpo che, considerate anche le buone condizioni meteo, sarebbe dovuto riemergere nel giro di poche ore.
Una versione alla quale gli inquirenti della Procura di Napoli Nord – sostituto Vittoria Petronella con il coordinamento del procuratore capo Francesco Greco – hanno cercato riscontri, estendendo le ricerche anche in altri luoghi. Poi il ritrovamento, domenica pomeriggio, nel quartiere alla periferia di Napoli.
Gli inquirenti ormai non avrebbero più dubbi: oltre alla confessione di Guarente ci sono le immagini riprese dalle telecamere di fronte all’appartamento di Aversa in cui si nota l’assassino che entra nello stabile prima dell’arrivo di Ruggiero e ne esce qualche ora dopo con un grosso sacco, con il corpo del giovane ucciso, caricandolo in auto.
C’è da accertare, comunque, come sia stato ucciso il 25enne e verificare la ricostruzione fornita da Guarente, il quale ha detto agli inquirenti che Ruggiero sarebbe morto al culmine di una lite, battendo la testa contro un mobile. Sarà interrogato lunedì mattina nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
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