Vincenzo Ruggiero, Guarente ha ucciso per gelosia. Heven parla su Fb

di Redazione

Stando al suo racconto, durante una lite avrebbe spinto Vincenzo Ruggiero, il quale, poi, sarebbe morto battendo la testa sul tavolo. Solo dopo, spinto dal panico, ha caricato il cadavere nella sua auto, gettandolo in mare nelle acque di Licola, sul litorale domizio-flegreo (guarda articolo e video)

Ciro Guarente, 35 anni, originario di San Giorgio a Cremano ma da tempo residente a Giugliano, avrebbe avuto un movente passionale, dovuto alla gelosia nei confronti di Vincenzo, 25 anni, di Parete, commesso al negozio “Carpisa” del centro “Campania” di Marcianise e attivista per i diritti gay, che viveva insieme ad una amica trans, Heven, in un appartamento di Aversa, in via Boccaccio, al confine con Carinaro. Proprio con la bella trans Ciro aveva condiviso un periodo di amore e passione, poi finito. E di questo avrebbe ritenuto responsabile anche Vincenzo. Ma fra la sua ex e il giovane di Parete, invece, c’era solo un rapporto di profonda amicizia, come sottolineato anche dalla stessa Heven in alcuni post su Fb.

Non solo gelosia morbosa. Guarente, da quanto si apprende, viveva un periodo negativo anche dal punto di vista professionale e prettamente umano. Era un militare della Marina ma due anni fa, dopo aver partecipato ad un gay pride, dichiarando quindi il suo orientamento sessuale, fu declassato al ruolo civile e spostato in un ufficio a Roma.

Nel frattempo, l’arrivo di Vincenzo in casa di Heven lo aveva finito di mandare su tutte le furie. Il 7 luglio scorso, mentre la trans era fuori città, Guarente si presentò nell’appartamento di Aversa per un chiarimento con Vincenzo, terminato in una lite che ha provocato la morte del 25enne. Quella di Vincenzo doveva sembrare un allontanamento volontario ma Guaerente veniva incastrato da una videocamera di sorveglianza posta davanti all’ingresso della palazzina di Aversa in cui si nota l’ex militare caricare il cadavere in auto.

Intanto, mentre proseguono senza sosta le ricerche in mare del cadavere di Vincenzo, nella zona di Licola e dintorni, nella serata di sabato amici e conoscenti di Vincenzo hanno voluto ricordarlo con una fiaccolata in sua memoria in piazza Bellini a Napoli: “Gli volevano tutti bene”, ha detto commossa la madre del giovane morto.

IL POSTO DI HEVEN: “CIRO MI HA INGANNATA” – Sul suo profilo Fb, Heven è intervenuta direttamente con un post: Scrivo qui perché nonostante mi distrugge interagire con il mondo in questo atroce momento in cui solo io so quello che sto passando,è l’unico modo per difendermi dalle perfide e immotivate accuse mosse nei miei confronti. Io Heven Grimaldi ero TOTALMENTE all’oscuro dello struggente episodio della morte di Vincenzo, è inutile esprimere il mio dolore qui sopra perché non ho più alcuna forza. La settimana tra il 3 e l’8 luglio ero fuori città, precisamente a Bari, quindi il giorno 7 luglio purtroppo non ero nel mio appartamento ad Aversa. Sono rientrata la mattina del giorno 8 ad ora di pranzo in treno ed aspettavo Vincenzo in stazione. Al mio rientro in casa non ho trovato né Vincenzo né i suoi effetti personali, sconvolta dalla sua assenza ho subito allertato la madre con la quale mi sono recata al comando di carabinieri per denunciarne la scomparsa. L’artefice del terrificante omicidio, ovvero Ciro Guarente, mi ha da subito prestato il suo falso conforto per lo shock e il dolore provato a seguito della scomparsa di Vincenzo. Mi ha ingannata fino all’ultimo momento e dato che in casa mancavano gli indumenti e le valigie di Vincenzo nei primi giorni ho sospettato che nonostante fosse assurdo si potesse trattare di un suo allontanamento volontario.

Qualunque movimento o sospetto mosso nei confronti di questa assurda scomparsa mi veniva declinato da Ciro che continuava imperterrito a sostenere che Vincenzo era andato via voltando le Spalle a tutti e mi intimidava di non essere permanentemente in ansia per la sua scomparsa. Chiedeva contro la mia volontà di starmi vicina per confortarmi mostrandosi la persona più tranquilla e normale al mondo nonostante avesse compiuto un atto così crudele. Ha iniziato dopo circa una settimana a manifestare atteggiamenti insoliti nei confronti di Vincenzo e della sua scomparsa volendomi convincere che fosse andato via con un uomo ricco e tante altre storie assurde. Ritornando al giorno del mio rientro, ovvero il giorno dopo il terribile episodio, ho domandato da subito ai condomini ed ai tappezzieri sotto casa se avessero visto Vincenzo il giorno prima e l’unica cosa che sono riuscita ad ottenere è che qualcuno avesse visto Vincenzo allontanarsi con le valigie, questa cosa l’ho esposta da subito alla madre ed è stata verbalizzata nella denuncia di scomparsa, ma siccome per le autorità si trattava di allontanamento volontario non sono mai venuti a chiedere nulla sulla sua scomparsa.

La settimana scorsa rientrando a casa presa dallo sconforto di non aver saputo ancora nulla su vincenzo mi fermo di nuovo a parlare con le persone che dicevano che qualcuno aveva visto Vincenzo allontanarsi con le valigie ma a quel punto loro mi dicono di essersi confusi e che il ragazzo visto con le valigie non era Vincenzo ma Ciro. Da lì sono a andata in panico ed ho cercato un riscontro con Ciro che mi negava di essere stato lì la sera del 7 luglio. In collaborazione con il presidente dell’Arcigay di Napoli prendo appuntamento lo scorso martedì presso il commissariato di carabinieri per una deposizione volontaria atta a sollecitare le autorità ad avviare le indagini visto tutto il tempo passato senza una traccia di Vincenzo.

E solo grazie alla mia deposizione, dove ho anche esposto dei dubbi nei confronti di Ciro, che sono partite le indagini. Nonostante io ero presa dai sensi di colpa nel coinvolgere l’uomo che mi è stato accanto per 7 anni non ho desistito ad esprimere i miei dubbi ed i miei collegamenti perché ero disposta a tutto pur di ritrovare Vincenzo. Così nei giorni seguenti le autorità hanno convocato Ciro per un interrogatorio e sono riusciti ad incastrarlo con le dovute prove. La sconvolgente verità venuta fuori con le dovute indagini è stata solo merito mio altrimenti avremmo continuato a vivere nel silenzio ed io forse con un assassino al mio fianco. 

RICCHIONE DI MERDA, ASSASSINO DISUMANO, COMPLICE CATTIVO sono solo una piccola parte delle accuse immotivate rivolte contro di me. Aggiungendo che stamane sono stata minacciata di morte dal fratello di Vincenzo tossicodipendente e aggressivo anche nei confronti di Vincenzo stesso, ho denunciato questa telefonata per tutelare la mia persona e lo farò con chiunque si permetterà di incolparmi ingiustamente. Io ho sempre aiutato Vincenzo in qualunque modo mi è stato possibile, soprattutto nell’ultimo periodo dove a seguito di un feroce litigio in famiglia ho prelevato Vincenzo portandolo in pronto soccorso per poi tenerlo a vivere con me, ho provedduto a lui economicamente, gli ho lasciato la mia auto, mi sono curata di lui con tutti i mezzi a disposizione perché Vincenzo era la mia vita, vita che ora non ho più. Ho perso in una sola tragedia le 2 persone più importanti della mia vita, il mio migliore amico e fratello, il mio fidanzato con il quale ho trascorso 7 lunghi anni della mia esistenza, la mia casa, la mia VITA!

Quindi siete pregati di non accusarmi per alcun motivo, ripeto che se è stata fatta giustizia è solo grazie al mio incontro con carabinieri dove ho sollecitato le indagini. Ciro ha mentito a me e a tutti i suoi amici passando per una persona tranquilla e totalmente estranea ai fatti. Se non capite il mio dolore almeno siate umani. Grazie.

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