La giornalista Daphne Caruana Galizia è rimasta uccisa nel pomeriggio di oggi, a Bidnija, nell’isola di Malta, dall’esplosione dell’auto su cui si trovava a bordo. Nella Peugeot 108, saltata in aria intorno alle 15, era stata nascosta una bomba. La deflagrazione è avvenuta in una strada non molto distante dall’abitazione della giornalista. Quindici giorni fa la reporter aveva presentato denuncia alla polizia dopo aver ricevuto minacce di morte.
Galizia aveva fatto un’inchiesta sui MaltaFiles, inchiesta internazionale che indicava Malta come “lo Stato nel Mediterraneo che fa da base pirata per l’evasione fiscale nell’Unione europea”. La testata Politico.eu l’aveva inserita nella lista delle “28 personalità che stanno agitando l’Europa”.
Il primo ministro di Malta, Joseph Muscat, ha detto che si è trattato di un “barbaro attacco” e che “non riposerò fino a che giustizia non sia stata fatta. Tutti sanno – ha proseguito – che Caruana Galizia mi ha criticato fortemente sia a livello politico che personale. Ma nessuna rivalità – ha concluso il premier maltese – giustifica una morte del genere”.
Caruana Galizia stava indagando su scandali di corruzione che coinvolgerebbero, tra gli altri, la moglie di Muscat, che sarebbe implicata nel caso dei Panama Paper. Il premier laburista ha sempre respinto le accuse a carico suo e dei propri familiari. La blogger era nota perchè, in passato, aveva fatto luce su altri scandali dell’isola.
Il suo ultimo post sul blog, pubblicato alle 14.35, pochi minuti prima di morire, riguarda la testimonianza in tribunale di Simon Busuttil, leader dell’opposizione, nel processo che vede coinvolto Keith Schembri, capo dello staff di Muscat. Schembri, accusato di corruzione, è stato tra i primi politici a essere travolto dallo scandalo dei Panama Papers.