Prostituzione nel Casertano, tre arresti. Sequestrate case di appuntamento

di Redazione

I carabinieri della stazione di Casagiove hanno dato esecuzione all’ordinanza del gip Tribunale di Santa Maria Capua Vetere di applicazione della misura di cautelare nei confronti di Antonietta Zuppa, Luigi Romano e Vincenzo Guardato, individuati quali promotori ed organizzatori di un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione nella provincia di Caserta. Guardato è il nonno materno di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni vittima di abusi e morta il 24 giugno del 2014 dopo essere stata scaraventata giù dall’ottavo piano del palazzo dove abitava, nel Parco Iacp di Caivano, nel Napoletano: leggi qui.

Le indagini sono state attivate nel mese di gennaio di quest’anno a seguito di un controllo effettuato dai militari all’interno di una casa d’appuntamento individuata nel Comune di Casagiove e delle dichiarazioni rese da una delle meretrici sorprese all’interno dell’appartamento.

La successiva attività investigativa consentiva di acquisire elementi comprovanti l’esistenza di un sodalizio operante attraverso una struttura ben definita, caratterizzata da una netta divisione di compiti, con il fine di reperire alloggi da sublocare, dietro pagamento di un canone sproporzionato rispetto a quello di mercato, a prostitute e transessuali, affinchè questi ultimi vi potessero svolgere attività di prostituzione.

In particolare, Zuppa si occupava di procurarsi gli appartamenti da sublocare alle prostitute nonché pagare le utenze dei servizi di prima necessità, Romano era incaricato di procacciare clienti mediante l’inserimento di annunci su internet per pubblicizzare la presenza di donne e transessuali disponibili per incontri a pagamento, mentre il Guardato era colui che s’interessava prevalentemente della gestione degli appartamenti, dell’approvvigionamento del materiale necessario all’esercizio dell’attività di meretricio nonché degli ordinari spostamenti delle ragazze.

Gli indagati si avvalevano poi della collaborazione di altri soggetti i quali, in cambio di un corrispettivo economico, intestavano fittiziamente a proprio nome i contratti di locazione o fornivano assistenza alle prostitute.

Inoltre, garantivano alle prostitute non solo assistenza logistica ma anche organizzativa pubblicando, previo pagamento di somme di denaro, annunci su un sito internet di incontri, per procurare appuntamenti per le prostitute e accompagnando e prelevando le predette sistematicamente dal luogo di lavoro.

Nel corso delle indagini, sono stati sottoposte a sequestro diverse abitazioni ubicate a Caserta, Casapulla e San Nicola La Strada, adibite a case d’appuntamento all’interno delle quali si prostituivano donne e transessuali, generando un forte allarme sociale tra i residenti.

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