“A Casapesenna sono io l’unica vittima di tutto il sistema”. L’ex superlatitante Michele Zagaria torna a parlare in aula, collegato in videoconferenza con il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il processo che lo vede imputato insieme a Fortunato Zagaria, ex sindaco di Casapesenna, suo paese d’origine e dove fu catturato nel 2011 al termine di una lunga latitanza.
Il reato contestato in questo processo è la violenza privata con l’aggravante mafiosa commessa ai danni di un altro ex primo cittadino di Casapesenna, Giovanni Zara, in carica come sindaco per pochi mesi tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, sfiduciato dalla propria stessa maggioranza perché era contro il clan Zagaria; in quei mesi suo vicesindaco fu proprio Fortunato Zagaria, che, secondo la Dda di Napoli, pensava di poter controllare Zara e piegarlo ai voleri della cosca.
L’ex boss del clan dei Casalesi ha preso la parola per affermare che “se avessi mosso tutto a Casapesenna, se avessi avuto tutto questo potere, avrei evitato che venisse demolita la casa di mio fratello, e che fosse confiscata l’abitazione di mia sorella. A Casapesenna sono io l’unica vittima di tutto il sistema”.
In aula presente anche il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano. Michele Zagaria, pochi giorni fa, mentre era collegato dal carcere milanese di Opera, dove è recluso al 41bis, con il tribunale di Napoli per un processo per omicidio, si rese protagonista di un’eclatante protesta contro la serie tv “Sotto copertura – La cattura di Zagaria”, ispirata alla sua cattura, in cui a suo dire erano state narrate cose non vere; l’ex boss prese il filo del telefono e tentò di strangolarsi, ma fu fermato dagli agenti della penitenziaria presenti (leggi qui).
Nella stessa udienza un collaboratore di giustizia, Michele Barone, ex fedelissimo di Zagaria, ha rivelato che il boss voleva uccidere il sindaco “scomodo” Giovanni Zara. Doveva sembrare un incidente, per non suscitare troppo clamore (leggi qui).