La Corte di Appello ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione Paolo Pietropaolo, il 40enne di Pozzuoli che il primo febbraio 2016 ridusse in gravissime condizioni, bruciandola viva, l’ex fidanzata Carla Caiazzo, all’epoca incinta di 34 settimane.
La sentenza è stata emessa dal collegio presieduto dal giudice Maurizio Stanziola. In primo grado, Pietropaolo era stato condannato a 18 anni di reclusione per tentato omicidio.
Il pg Stefania Buda aveva chiesto la conferma della sentenza. Carla, che subito dopo l’aggressione diede alla luce una bambina e si sta faticosamente riprendendo dopo un lungo calvario di operazioni chirurgiche, si era costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Maurizio Zuccaro.
Assistito dall’avvocato Gennaro Razzino, Pietropaolo ha preso la parola in aula poco prima che la Corte si ritirasse in camera di consiglio. “Non smetterò mai di chiedere perdono a Carla, a nostra figlia, alle nostre famiglie, a tutte le donne e anche a me stesso” ha detto, definendo il suo gesto “atroce, repellente, assurdo. Io stesso ho difficoltà a identificarmi in quella persona”.