Raccolta rifiuti, sospesa interdittiva antimafia per la Senesi

di Redazione

La Prefettura di Fermo ha sospeso l’interdittiva antimafia che lo scorso 14 novembre era stata adottata nei confronti della Senesi Spa, società marchigiana incaricata del servizio di igiene urbana in diversi comuni del Casertano, come Aversa, Gricignano, Castel Volturno e Mondragone. Le ragioni poste a fondamento della misura riguardavano la prospettata contiguità di alcuni dipendenti, attualmente in servizio presso determinati cantieri aziendali, rispetto a fenomeni di criminalità organizzata. “Dovendo subentrare nei precedenti contratti, l’azienda, come spiegato dall’avvocato e portavoce Antonio Carano, “si è trovata ad assumere alcuni lavoratori gravati da precedenti giudiziari nell’ambito della procedura obbligatoria del ‘passaggio di cantiere’, applicata di concerto con gli uffici provinciali del lavoro, sindacati e comuni. L’azienda, pertanto, è assolutamente estranea ad ogni discrezionalità all’atto delle relative assunzioni”.

“Senesi – sottolinea Carano – ha accolto con molto favore la decisione, peraltro attesa, che le consente, nella piena legittimità riconosciuta, di continuare ad assicurare la regolare effettuazione del servizio nei numerosi comuni in cui sta operando, ad assicurare gli ordinari livelli occupazionali e le relative retribuzioni a tutto il personale dipendente (stipendi e tredicesime) nonché a prendere parte alle nuove gare indette dalle Pubbliche amministrazioni”.

Intanto, la Senesi è gestita da un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Catania dopo l’inchiesta della Dia di Catania, sugli intrecci tra mafia e appalti sulla raccolta rifiuti (leggi qui), che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’amministratore delegato Rodolfo Briganti. L’amministratore provvederà temporaneamente a garantire la continuità aziendale, senza interruzioni di sorta e ciò al fine di adempiere alle obbligazioni contrattuali assunte con i diversi comuni per la raccolta dei rifiuti, di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali ed il patrimonio aziendale esistente.

“L’asserita responsabilità dell’amministratore delegato – spiegava Carano all’indomani dell’operazione antimafia – scaturisce da un unico e circoscritto episodio di tentata corruzione in fase di accertamento, peraltro presunta e rimasta solo a livello di promessa, di un pubblico funzionario, volta ad ottenere l’annullamento di alcuni provvedimenti sanzionatori adottati da un Comune nei confronti di Senesi Spa e riguardanti l’esecuzione del servizio di raccolta dei Rsu”. “L’episodio contestato – sottolineava l’avvocato – è assolutamente marginale e nell’ordinanza della Dia non è ravvisabile né a carico del Briganti né dell’azienda alcun profilo circa eventuali coinvolgimenti e/o collusioni con la criminalità organizzata, anche di natura mafiosa”.

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