Due fratelli imprenditori di Aversa, Nicola Inquieto, 43enne residente in Romania, e Giuseppe Inquieto, 48, residente nella città normanna, ritenuti appartenenti alla fazione del clan dei casalesi facente capo all’ex superlatitante Michele Zagaria, sono stati tratti in arresto dagli uomini della Direzione investigativa antimafia per associazione per delinquere di stampo mafioso. I due, infatti, secondo gli investigatori, avrebbero avuto un ruolo strategico e fiduciario nella gestione di una fase della latitanza di Zagaria.
Le indagini, durate circa due anni, sono state svolte in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria e gli organi di polizia della Romania, con il coordinamento di Eurojust, e si sono avvalse delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, delle imprescindibili attività di intercettazione (telefoniche, ambientali e telematiche) e di una intensa attività di analisi di documentazione bancaria e finanziaria.
Le indagini su Nicola Inquieto, arrestato in Romania, a Pitesti, nota come la “città dei tulipani”, capoluogo del distretto di Argeș, nella regione storica della Muntenia, hanno consentito di individuare un imponente patrimonio societario ed immobiliare nel Paese dell’Est Europa, tra imprese di costruzione, centri benessere, varie centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione. Si tratterebbe di un “tesoro” che Zagaria, catturato in una villa bunker di Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 15 anni di latitanza, avrebbe tenuto per anni nascosto e sui cui erano stati investiti fiumi di denaro di illecita provenienza.
Giuseppe Inquieto è il titolare del negozio di abbigliamento di Aversa, situato in piazza Crispi, accanto all’allora ex deposito degli autobus Ctp, che qualche settimana prima dell’arresto di Zagaria fu teatro di un blitz della polizia. La struttura venne quasi del tutto demolita poiché si riteneva che il boss si nascondesse sotto l’edificio. Di Zagaria, però, nessuna traccia, anche se la pista, poco dopo, si rivelò giusta: il latitante fu arrestato a Casapesenna nella casa di Vincenzo Inquieto, fratello di Giuseppe e Nicola Inquieto. Le indagini si sono svolte sotto il coordinamento dei procuratori aggiunti Luigi Frunzio e Giuseppe Borrelli, e dei sostituti Alessandro D’Alessio, Maurizio Giordano, Catello Maresca e Simona Belluccio, della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
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