Nella mattinata di oggi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Augusto Bianco, 27 anni, di Casal di Principe, e di Luigi Belfiore, 63, di Aversa, ritenuti responsabili di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso, in quanto Belfiore, titolare della ditta di trasporti denominata “Croce Aversana”, facendo intendere alle ditte concorrenti di avere “amicizie” all’interno dell’ospedale “Moscati” di Aversa e, attraverso l’intercessione di Bianco, esponente di un famiglia sodale al clan dei casalesi, avvalendosi della forza di intimidazione dell’organizzazione criminale, riusciva ad esercitare la sua attività in regime di monopolio.
Ll’indagine, condotta dalla squadra mobile di Caserta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha permesso di svelare, dunque, l’interesse del clan dei casalesi nell’imposizione delle autoambulanze nei nosocomi per il trasporto dei degenti. Bianco e Belfiore sono stati deferiti, insieme ad altre quattro persone, anche per illecita concorrenza ed estorsione, reati aggravati dall’aver agito con metodologia mafiosa. Secondo gli investigatori sarebbero contigui al la fazione Schiavone del clan dei casalesi.
Già lo scorso gennaio, la squadra mobile di Caserta aveva tratto in arresto il padre di Augusto Bianco, Cesare Bianco, 53 anni, ritenuto affiliato storico del clan (già pregiudicato per associazione mafiosa, omicidio ed estorsione), in quanto ritenuto responsabile, insieme al boss Francesco Schiavone ‘Sandokan’ e a Francesco Schiavone ‘Cicciariello’ quali mandanti, dell’omicidio di Giovanni Parente, consumato il 26 settembre 1996 a Santa Maria la Fossa, nell’ambito della faida per il controllo dei territori di Grazzanise e Santa Maria la Fossa.
L’inchiesta ha consentito di appurare come, proprio grazie alla ‘forza’ del clan, rappresentato da Augusto Bianco, figlio di Cesare, Luigi Belfiore e il figlio Vincenzo, amministratori della “Croce Aversana”, società attiva nel trasporto di degenti da e per l’ospedale civile “Moscati” di Aversa, abbiano, di fatto, operato in regime di assoluto monopolio, impedendo ad altri di operare in tale settore e controllando, al fine di escluderla, l’operatività di una impresa concorrente che era in grado di effettuare solo alcuni trasporti e solo previa ‘autorizzazione’ del Belfiore e quindi dell’associazione mafiosa. Gli arrestati sono stati condotti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.