Ancora un caso in cui i reparti del comando provinciale della Guardia di finanza di Caserta hanno utilizzato le risultanze delle indagini penali, coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, per procedere alla tassazione dei proventi illeciti percepiti dagli autori dei reati. In questo caso si tratta dell’indagine che nello scorso mese di marzo ha portato alla chiusura di una farmacia di Castel Volturno e all’arresto del titolare, insieme ad un medico di base compiacente, per truffa aggravata a danno del sistema sanitario nazionale e traffico internazionale di medicinali provento della truffa (leggi qui).
Dagli esiti degli accertamenti svolti emergeva, infatti, un accordo criminale per il quale il medico, in cambio di una somma di denaro mensile, in tre anni aveva compilato decine di migliaia di ricette false a favore di pazienti deceduti, inesistenti o ignari. Queste ricette venivano poi presentate all’Asl di Caserta per il rimborso da parte della stessa farmacia di Castel Volturno, che, poi cedeva i medicinali ad una cittadina ucraina che li spediva nel suo Paese di origine per essere lì rivenduti. Questi i fatti contestati dalla Procura e alla base della disposta misura cautelare personale che, grazie al protocollo investigativo siglato nell’ottobre 2017 tra il comando provinciale della Guardia di finanza e la Procura di Santa Maria Capua Vetere, sono stati trasmessi alle Fiamme gialle per le conseguenti contestazioni tributarie.
Sulla base di tali risultanze i finanzieri della compagnia di Mondragone hanno quindi avviato tre distinti controlli fiscali con i quali sono stati tassati i complessivi redditi illeciti percepiti dagli autori dei reati. In particolare, al medico di base è stato ricondotto a tassazione un reddito complessivo di 15.600 euro, pari alle somme ottenute dalla farmacia per la compilazione delle false ricette, mentre al titolare della farmacia e alla donna ucraina che ha rivenduto illegalmente i medicinali sono stati tassati 280mila euro, pari al valore commerciale dei medicinali e, quindi, degli illeciti rimborsi ottenuti dall’Asl. Nel contempo, al medico di base sono stati contestati anche altri 150mila euro di redditi percepiti ma non dichiarati al fisco, scoperti durante l’ispezione tributaria.