Brucia un capannone di rifiuti della Ipb, alla periferia di Milano, in via Chiasserini, zona Bovisasca, vicino Quarto Oggiaro. Un’area molto abitata. Il rogo è scoppiato intorno alle 20.30 di domenica. I Vigili del fuoco, presenti sul posto con numerosi mezzi, non hanno potuto all’inizio avvicinarsi al sito interessato dalle fiamme a causa dell’alta temperatura.
Un’alta colonna di fumo era visibile da molti punti della città, anche a un chilometro di distanza. Nell’incendio è rimasto coinvolto un 49 enne che ha riportato un leggero trauma ed è stato trasportato all’ospedale Sacco in codice verde. Sul posto ci sono un’ambulanza e un’automedica del 118. Molti i furgoni presenti nel deposito interessato dal rogo, molti dei quali sono già stati messi in sicurezza dai vigili del fuoco. Un’alta colonna di fumo è risultata visibile per ore da molti punti della città, anche a vari chilometri di distanza.
E all’alba di lunedì un altro incendio si è sviluppato nei capannoni di una ditta che si occupa di smaltimento rifiuti, in particolare carta da macero a Novate Milanese. Non risultano feriti. Il rogo è divampato circa cinque ore dopo quello di Bovisasca.
Dopo l’ultima operazione eseguita dai carabinieri della Forestale di Milano e Pavia, che ha permesso l’arresto di sei persone per l’incendio di Corteolona del 3 gennaio scorso, e non lontano dal rogo di Bruzzano del 24 luglio 2017, quando ci vollero quattro giorni per far abbassare il livello di diossina, questo è l’incendio numero diciassette dall’inizio del 2018 che riguarda stoccaggi e impianti che si occupano di rifiuti in Lombardia. Nel 2017 ce n’erano stati 21, c’è dunque il rischio – ritengono gli investigatori – che il record sia superato. Da quando la Cina ha chiuso le frontiere all’importazione di rifiuti plastici, gli stabilimenti italiani non riescono a smaltire le quantità che conservano e i roghi sono diventati più frequenti. Diversamente rispetto al passato, o almeno per ora, non si trovano nelle indagini “tracce” di ‘ndrangheta e criminalità organizzata.
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