II giudice per le indagini preliminari, accogliendo le risultanze investigative, emerse nell’ambito di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Mondragone, ha emesso ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, concussione, falso ideologico in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere.
L’esecuzione del provvedimento, scaturito da una prolungata indagine precisamente indirizzata al monitoraggio di fenomeni di corruttela all’interno dell’Ufficio Tecnico del Comune di Castel Volturno, avveniva nella prima mattinata di oggi e ha colpito: Carmine Noviello, 59 anni, di Castel Volturno, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno; Antonio Di Bona, 53 anni, nato a Casal di Principe, addetto dell’ufficio tecnico; Giuseppe Verazzo, 50 anni, geometra privato; questi primi tre finiti in carcere, mentre ai domiciliari sono stati assegnati: Giuseppe Russo, 62 anni, tecnico comunale; Luigi Cassandra, 58 anni, comandante della Polizia Municipale; Francesco Morrone, 62 anni, maresciallo della Polizia Municipale. Divieto di dimora per Rosario Trapanese, 50, dirigente dell’Italian Marìtime Academy Technologies (Imat) con sede a Castel Volturno, in località Pinetamare (misura cautelare che per Trapanese è stata revocata il successivo 16 gennaio, ndr.). Indagate, inoltre, altre 15 persone tra dipendenti comunali e professionisti.
L’indagine, iniziata nel settembre 2016, trae la sua origine dalla denuncia di un privato cittadino, che poneva in evidenza come la documentazione prodotta presso il competente Ufficio del Genio Civile, al fine dell’acquisizione dell’autorizzazione sismica, per un complesso denominato residenziale denominato “Le Anfore” e ubicato a Castel Volturno, sulla via Domitiana, non fosse corrispondente allo stato dei luoghi e non riportasse le reali caratteristiche e consistenze costruttive e funzionali dell’immobile. Per tali fatti, la Procura, oltre ad avviare immediate attività di intercettazione, notificava, all’esito dello svolgimento di tutti gli accertamenti, avvisi di garanzia a carico di complessive 7 persone. Le parallele attività investigative facevano emergere nell’immediato la figura di un professionista locale, il geometra Giuseppe Verazzo, il quale nel passato aveva collaborato come tecnico esterno e con contratto a termine, con l’Ufficio tecnico di Castel Volturno. Sin dalle prime fasi veniva alla luce, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali captate, un diffuso sistema corruttivo di cui era protagonista il personale addetto all’Ufficio tecnico e nello specifico il dirigente Noviello ed alcuni dipendenti, tra cui Antonio Di Bona. Venivano esternati similari comportamenti da parte di alcuni appartenenti al comando della Polizia Municipale.
Oltre ad essere assunte fonti di prova particolarmente preziose, le intercettazioni risultavano sconcertanti tanto da paventare un consolidato sistema corruttivo nonché una gestione dell’Ufficio improntata a logiche di gestione clientelare. Gli investigatori avevano subito avuto modo di percepire l’estensione dello scenario d’indagine e le attività intercettive venivano necessariamente ampliate tanto che si rendeva necessario avviare una variegata attività di registrazione occulta all’interno degli uffici del citato Ente comunale. I principali attori del sistema di corruzione all’interno dell’Ufficio tecnico, identificabili nelle figure di Noviello, Di Bona e gli addetti alla Polizia municipale, seppur non operando in maniera associativa, agivano ognuno per raggiungere vantaggi di tipo strettamente personale favorendo determinati soggetti. Ogni componente è risultato essere pienamente consapevole di ciò che doveva fare nell’ambito di determinate pratiche, per far sì che queste fossero evase con celerità ma soprattutto che potessero concludersi con il rilascio delle autorizzazioni necessarie.
Con molta facilità, gli investigatori si sono imbattuti in documentazione formata ad hoc, materialmente o ideologicamente falsa (di natura pubblica e/o privata) o anche in sostituzione di atti già presenti nelle relative pratiche. Nel corso delle investigazioni sono emerse specifiche vicende nelle quali è emerso l’interesse per pratiche edilizie da parte di imprenditori e privati cittadini molto vicini al dirigente Noviello e dai quali questi ha tratto personale vantaggio, tra cui un simulatore marittimo in fase di realizzazione da parte della società Imat. E’ stato accertato che, per il rilascio dei titoli edilizi in favore dell’Italian Maritime Academy Technologies (Imat) gestita da Rosario Trapanese, il dirigente/responsabile dell’Utc, Noviello, rilasciava, illegittimamente e formando atti falsi, un permesso di costruire per la realizzazione di un simulatore marittimo, avente la forma di una nave da crociera, determinante una volumetria di gran lunga superiore rispetto a quella consentito dagli strumenti urbanistici vigenti per la zona interessata dall’intervento edilizio, in tal modo egli procurava un ingiusto vantaggio patrimoniale all’Imat di Trapanese, omettendo di far corrispondere gli oneri concessori, pari per la sola quota urbanizzazione a circa 150.060 euro ed attestando poi falsamente l’avvenuto pagamento degli stessi.
Allo stesso tempo, Noviello poneva in essere atti contrari ai doveri di ufficio al fine di favorire/agevolare Trapanese, sempre il relazione alla società Imat, adottando provvedimenti in tempi velocissimi in contrasto con quanto genericamente avveniva al fine di superare le difficoltà che di volta in volta emergevano nonché richiedendo al geometra Russo, dipendente del suo ufficio, ed in accordo con il maresciallo della Polizia municipale, Francesco Morrone, di modificare dei verbali di sopralluogo svolto presso la sede Imat presente all’interno del Grand Hotel Pinetamare, al fine di evitare che emergessero irregolarità. Successivamente ad un controllo svolto presso il cantiere dove la società Imat stava edificando il simulatore marittimo, lo stesso Noviello, sempre al fine di agevolare l’imprenditore Trapanese, benché pienamente cosciente delle irregolarità, ritardava l’adozione del provvedimento di sospensione lavori nonché faceva modificare al preposto collaboratore, geometra Giuseppe Russo, la relazione di sopralluogo in modo da non far emergere che la struttura metallica in fase di realizzazione fosse difforme e che per tutte le opere in corso di realizzazione mancassero gli adempimenti in materia sismica.
Ciò avveniva in accordo con il comandante dei vigili urbani, Luigi Cassandra, il quale ometteva di procedere al sequestro. Noviello attestava inoltre falsamente, in una formale comunicazione trasmessa alla Procura, che non si aveva certezza che le opere in corso di realizzazione potessero considerarsi porzione o parte di stralcio del simulatore di navigazione nonostante nelle intercettazioni emergesse chiaramente detta circostanza, omettendo inoltre di rappresentare che i lavori, sebbene fosse stata disposta la sospensione, erano proseguiti. In cambio, Noviello riceveva da Trapanese molteplici utilità ed, in particolare, il coinvolgimento del fratello nella direzione tecnica dei lavori avviati dall’Imat; l’assunzione di un parente di uno stretto collaboratore di Noviello, presso la “M.P. Security”, società legata da importanti contratti di vigilanza privata con la Imat di Trapanese; l’impegno da parte di Trapanese, che si occupa della formazione del personale marittimo anche per una importante compagnia di navigazione, di interessarsi dell’organizzazione del viaggio di nozze della figlia, ovvero di una crociera; importanti regali consegnati presso la sua abitazione direttamente e personalmente dal Trapanese, almeno in due occasioni, consistiti anche nel fornire un elevato quantitativi di prodotti ittici nonché nel ricevere diverse stufe da utilizzare per gli uffici dell’Utc di Castel Volturno.
Le complessive indagini svolte hanno consentito di far rilevare come, per tale vicenda, si fossero attivati esponenti dell’amministrazione comunale in carica, al fine di orientare e condizionare l’operato della Polizia municipale (sono emersi elementi per ritenere che tale organo di polizia giudiziaria abbia subito forti condizionamenti nell’assumere le decisioni di competenza relative alle opere abusive che l’Imat stava realizzando). Vi sono state finanche riunioni tra tali esponenti dell’amministrazione in carica, i rappresentanti e tecnici Imat, l’Utc e la stessa Polizia municipale. Sono in corso approfondimenti investigativi al fine di individuare il soggetto o i soggetti politici che in concreto hanno orientato le decisioni della Polizia municipale.
Lo stesso Noviello, abusando delle sue funzioni e dei suoi poteri, compiva atti contrari ai doveri del suo ufficio nell’ambito di una azione preventivamente pianificata con il tecnico Giuseppe Verazzo, geometra incaricato di seguire gli interventi edilizi riguardanti l’immobile sito a Castel Volturno alla via Delle Acacie di proprietà della Siec Immobiliare. E, difatti, gli interventi realizzati venivano qualificati come “ristrutturazione edilizia mediante intervento di riqualificazione e risanamento statico funzionale”, laddove tali interventi concretavano dal punto di vista sostanziale una “nuova costruzione”, non consentita dagli strumenti urbanistici vigenti per la zona in cui ricade l’immobile, per contrasto con le disposizioni di cui agli artt. 3 e 9 del Dpr 380/01 e delle leggi della Regione Campania 17/82 e 16/2004. Al fine di conseguire tale obiettivo concordava con il tecnico Verazzo, onde consentire tali illegittimità, l’intervento e far risultare avviati i lavori riguardanti il permesso di costruire numero 284/2016, di attestare l’impossibilità di recuperare dal punto di vista strutturale l’immobile.
Verazzo realizzava tale intervento producendo una falsa relazione sulla staticità dell’immobile, con la complicità di altro tecnico, deposito a cui seguiva da parte del Noviello l’adozione, in assenza di nuova richiesta della Siec Immobiliare e in assenza di nuovo parere paesaggistico, del permesso di costruire n. 79 del 21.03.2017. Con tale atto, autorizzava l’abbattimento del fabbricato preesistente e la realizzazione di un nuovo fabbricato con sagoma totalmente diversa da quella preesistente, non consentita dalla citata normativa, allegando al nuovo atto autorizzativo gli stessi elaborati progettuali di cui al permesso di costruire n. 284/2016 ed omettendo tra l’altro di richiedere il pagamento degli oneri concessori. Per compiere tali atti, il Noviello riceveva da Verazzo specifiche utilità, nell’ambito di un sistema oleato di reciproca messa a disposizione, ed in particolare la definizione della pratica riguardante l’immobile di proprietà della figlia con la redazione di un falso certificato di collaudo, che consentiva allo stesso Noviello di conseguire indebiti vantaggi patrimoniali. Inoltre, otteneva, tramite Verazzo, da Mario lannone, di fatto interessato alla pratica Siec Immobiliare, padre del legale rappresentante della predetta società, la necessaria “copertura” per poter effettuare senza alcun problema interventi di sistemazione della cabina Enel allocata all’ingresso dell’abitazione di proprietà della figlia, copertura che lannone poteva offrire, mettendosi a disposizione di Noviello, avendo la manutenzione per conto dell’Enel delle strutture presenti sul territorio campano.
Al fine di scongiurare l’ultimazione delle opere ed evitare che il reato potesse essere portato ad ulteriori conseguenze, nel corso delle investigazioni si procedeva al sequestro del fabbricato. addetto all’Ufficio tecnico, Francesco Morrone, nella sua veste di maresciallo in servizio presso l’Ufficio di Polizia Municipale, e Giuseppe Verazzo, nella sue veste di geometra e tecnico di parte, nell’ambito di dinamiche collusive instaurate da Verazzo con l’Utc e con la Polizia municipale, emetteva permesso di costruire n. 115/2006, che autorizzava l’abbattimento del preesistente fabbricato e sua ricostruzione a parità di volumetria, e Dia 2008 in variante. Ciò avveniva nella consapevolezza che il fabbricato di proprietà dei fratelli del geometra Verazzo fosse difforme dai progetti assentiti. Parimenti, ometteva di adottare i poteri ripristinatori e sanzionatori con riferimento ai lavori realizzati sulla parte di fabbricato, da ritenersi non ammissibili urbanisticamente in quanto determinanti aumento di volumetria e di superficie utile (l’immobile ricade nel perimetro urbano del Comune di Castel Volturno, privo di strumenti urbanistici, all’interno del quale non sono consentite nuove costruzioni o ampliamenti di quelle preesistenti, in forza del disposto di cui agli articoli 3 e 9 del Dpr 380/01 e delle leggi regionali 17/82 e 16/2004).
Tale difformità determinava un aumento di volumetria delle strutture attuali rispetto a quelle preesistenti (l’immobile preesistente solo in parte risulta abbattuto e ricostruito), anche utilizzando la falsa relazione redatta da Russo, ne venivano adottati i poteri inibitori e quindi la sospensione dei lavori ed anzi ripristinatori e sanzionatori in relazione alle difformità, così consentendosi la realizzazione e il completamento di tali lavori. Successivamente Noviello, pur avendo contezza delle difformità, si avvaleva della relazione redatta dal dottor Alberto Coppola per superare le questioni riguardanti la volumetria determinata dall’abuso, emettendo un permesso di costruire in sanatoria, in cui integralmente recepiva la predetta relazione tecnica, sebbene tali opere mancassero della “doppia conformità”. In tale contesto Francesco Morrone, nella qualità di maresciallo della Polizia municipale di Castel Volturno, abusando dei suoi poteri e delle sue funzioni, ritardava, per quanto di sua specifica competenza, la comunicazione alla Procura di della notizia di reato e l’adozione del sequestro preventivo d’urgenza del porticato antistante il locale palestra di proprietà dei familiari di Verazzo dall’aprile del 2017 al 14.06.2017, nonché non adottava gli atti in relazione alla mancanza di agibilità con riferimento a tale porticato, di fatto trasformato in locale commerciale, non più adottava il sequestro preventivo d’urgenza di altra parte del medesimo fabbricato, ove peraltro erano in corso lavori.
Vicenda relativa al fabbricato sito in Castel Volturno denominato “American Palace”, ubicato al 34 della Domitiana. Noviello, abusando dei suoi poteri e della sua qualità, induceva il proprietario dell’immobile a consegnargli la somma contanti di 30mila euro. Va premesso che, nel novembre del 2010, l’istanza presentata dalla parte e diretta ad ottenere il certificato di agibilità con riferimento al pianterreno e primo piano, adibiti ad attività commerciali, dell’immobile sito in Castel Volturno alla via Domiziana al Km 34,00, sul presupposto che difettasse la conformità urbanistica dell’immobile, ovvero che non fosse stata definita l’istanza di condono presentata ai sensi della legge 47/85 (istanza rigettata solo nell’anno 2016). Dopo tale evento, con modalità di persuasione/suggestione e dirette a porre la parte in uno stato di soggezione psicologica ovvero a condizionare i suoi processi decisionali, indicava al proprietario la strada da seguire per superare le problematiche riguardanti il rilascio dell’agibilità, ed, in particolare indicava/suggeriva di rivolgersi ad un legale che avrebbe predisposto apposito ricorso per l’annullamento in autotutela del diniego dallo stesso adottato e di corrispondergli la somma di 30mila euro. Noviello aveva cura di precisare che la strada prospettata al proprietario era quella più agevole, rispetto all’alternativo percorso che prevedeva il ricorso all’autorità giudiziaria amministrativa, incerto e sicuramente più lungo. Ulderico Fabozzi aderiva a quanto suggerito dal professionista che predisponeva apposito ricorso elaborando mendaci interpretazioni.
In tal modo, riusciva ad avere un provvedimento di agibilità (illegittimo), provvisorio e cautelativo (categoria non prevista dal sistema normativo: legge 47/85), adottato in data 8.2.2011 a distanza di pochissimo tempo dalla comunicazione del diniego e dalla presentazione del ricorso, sebbene permanessero le condizioni di non conformità urbanistica dell’immobile a cui faceva riferimento la richiesta di agibilità, rilascio a cui seguiva la dazione da parte del privato cittadino della somma di 30mila euro. Noviello rilasciava l’agibilità provvisoria sebbene avesse piena contezza delle gravi problematiche che sussistevano in relazione alla pratica di condono presentata ai sensi della legge 47/85, che riguardavano l’epoca di ultimazione. Ed infatti, l’immobile oggetto della istanza di condono, come risultava dagli stessi atti adottati dal Noviello in epoca precedente, non risultava ultimato entro la data del 01.10.1983, mancando delle tompagnature perimetrali e del completamento funzionale trattandosi di locali ad uso commerciale e non destinati a residenza, e l’aspetto inerente la possibilità di enucleare in modo autonomo la parte della struttura realizzata in epoca successiva al 01.10.1983.
Oltre agli episodi più rilevanti sopra evidenziati, Noviello, abusando della propria funzione, poneva in essere atti diretti a favorire indebitamente se stesso o suoi stretti familiari nella trattazione di pratiche edilizie per gli immobili di loro proprietà. Sono infine emerse altre condotte, in relazione ad altre pratiche trattate dal responsabile dell’Utc di Castel Volturno illecite dinamiche, frutto di chiara collusione con i tecnici incaricati da parti private. Alle pratiche gestite in prima persona dal Noviello si affiancano poi le condotte di Antonio Di Bona, altro dipendente dell’Utc con mansioni di archivista e di addetto alla pubblicazione degli atti adottati dallo stesso nell’ambito di un sistema caratterizzato dal sistematico assoggettamento della funzione pubblica a forme di mercimonio.
Di Bona, nel corso delle indagini, si è visto ottenere somme di danaro, ricariche telefoniche e favori sessuali all’interno e all’esterno degli uffici comunali da parte di tecnici o dalle parti private, in cambio di attività, illecite, dirette a consentire il buon esito delle pratiche edilizie. Il più delle volte ha consentito la sostituzione di atti, l’introduzione postuma di atti inesistenti che andavano prodotti dall’interessato in epoca precedente ed entro un determinato termine e ha provveduto alla definizione delle pratiche edilizie trattandone talune in maniera prioritaria rispetto alle altre e facendo falsamente risultare gli atti (permessi di costruire) regolarmente già pubblicati, per il periodo minimo stabilito dalla normativa di settore, all’albo comunale con immediato rilascio degli stessi atti agli interessati.
A tali dinamiche illecite non sono risultati estranei altri appartenenti all’Utc di Castel Volturno, ulteriori appartenenti al Comando di Polizia Municipale, che risultato indagati ma non destinatari di misure cautelari. Così, i carabinieri di Mondragone hanno eseguito il provvedimento del Gip, traducendo in carcere: Carmine Noviello, Antonio Di Bona, Giuseppe Verazzo e sottoponendo gli altri destinatari della misura cautelare agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.
L’avvocato Raffaele Crisileo, nell’interesse dell’indagato Rosario Trapanese, ha precisato: “Abbiamo ricevuto incarico di assistere e di difendere in sede giudiziaria l’amministratore della Imat Italian Academy Technology, il comandante Rosario Trapanese. Innanzitutto, dobbiamo chiarire che il nostro assistito è stato colpito solo da provvedimento di divieto di dimora in provincia di Caserta dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e da nessuna misura carceraria per alcuni episodi di corruttela per i quali darà significativa spiegazione in ordine alla sua estraneità’ alle vicende per le quali suo malgrado è rimasto coinvolto e vittima”.