“Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta”. La battuta del personaggio interpretato da Marco Giallini, pronunciata nel film “Non ci resta che il crimine” del regista Massimiliano Bruno, scatena roventi polemiche nel Casertano. A tal punto che il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana è pronto a chiedere i danni alla produzione della pellicola.
Stavolta la questione resta tutto nei confini italiani. Perché la produzione del film, da poco nelle sale e già con ottimi incassi, è di “Italian International Film” con Rai Cinema. “Siamo ben oltre la bufala in tempi di fake news – ha detto Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana – nessuna mozzarella Dop è mai risultata contaminata, nemmeno nei periodi più difficili, che per fortuna sono alle spalle. Oggi i consumatori testimoniano ogni giorno quanto amano la bufala campana, visto che nel 2018 abbiamo raggiunto il record storico di produzione con oltre 50 milioni di chili di mozzarella sulle tavole di tutto il mondo. Essere infangati al cinema è intollerabile e il nostro appello va a tutte le istituzioni campana per una mobilitazione collettiva contro ogni tentativo di gettare ombre su questa terra. Siamo stufi di comportamenti del genere e non li tollereremo più. Faremo valere la nostra dignità e il nostro orgoglio in ogni sede. Pretendiamo rispetto da tutti”.
In una nota ufficiale, il Consorzio sottolinea: “La battuta di pessimo gusto sulla mozzarella contaminata di Caserta è un falso storico e un’offesa inaccettabile a un intero territorio. Abbiamo già incaricato i nostri legali per mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei produttori di mozzarella Dop”. In un primo momento, per errore, il Consorzio aveva attribuito la frase ad Alessandro Gassman, di recente insignito dell’onorificenza di cittadino onorario di Napoli. Ma la frase incriminata viene pronunciata dall’altro protagonista della pellicola, Marco Giallini.