Aversa – «Nel mentre il Consiglio di Stato dà ragione all’Asmel, il commissario prefettizio Lastella revoca adesione alla Stazione appaltante». È polemica sull’opportunità di adesione all’Asmel. In particolare, da registrare l’intervento dell’ex vicesindaco Michele Ronza, che continua: «Non siamo mai stati affezionati all’idea di aderire all’Asmel, ma lo facemmo ad ottobre del 2017 all’unanimità dei presenti in Consiglio comunale con l’astensione del solo consigliere Villano. Ora qualche consigliere che votò la delibera pare non sia più d’accordo».
«Lo facemmo – continua Ronza – per un solo scopo: accelerare le procedure di gara. La Stazione unica appaltante provinciale impiegava tempi biblici e con contenziosi notevoli (basta vedere le due ultime gare assegnate i Sagrati e Lo Spirito Santo) facendo perdere i finanziamenti ed infatti abbiamo dovuto rimodulare il piano triennale delle opere pubbliche diverse volte». Passando alla decisione di Lastella di revocare il rapporto con l’Asmel, l’ex numero due della giunta De Cristofaro afferma: «Sicuramente il commissario ha avuto rassicurazioni dalla Stazione Unica sui tempi e sui costi e, quindi, ben ha fatto e plaudiamo all’iniziativa. Appena insediata, la nuova amministrazione, infatti, dovrà fare la prima corsa contro il tempo per il progetto di Via Nobel. Se entro la fine del 2019 non sarà aggiudicata la gara (secondo quando prevede la delibera Cipe cui fa riferimento il finanziamento regionale) potrebbero perdersi i fondi (circa 4.300.000 euro) e addio riqualificazione della strada. Giusto per dare una corretta informazione ai cittadini sul perché ad ottobre 2017 il Consiglio comunale, all’unanimità, con la sola astensione di Villano, aderì alla stazione Asmel».
«Confermo – risponde da parte sua il leghista Michele Galluccio – che ha fatto bene il commissario prefettizio nell’uscire dalla centrale di committenza dell’Asmel dopo quello che è stato fatto su alcuni atti di gara amministrativi che hanno creato problemi al Comune. Certamente, l’adesione del 2017 aveva l’obiettivo di migliorare le procedure amministrative che spesso hanno una lungaggine tale da non dare risposte immediata ai bisogni della città. Invece si sono sviluppate criticità procedurali relativamente agli atti istruttori specifici degli atti di gara per la nomina delle commissioni, la corretta sottoscrizione degli atti e quant’altro che hanno dato luogo a contenziosi e ad una nuova segnalazione dell’Anac del novembre 2018 su problemi e dubbi sulla mancanza di disposizioni legislative in materia di pagamento di commissioni da parte degli aggiudicatari».
«Infatti, – conclude Galluccio – allo stesso momento, dopo che erano emerse queste criticità contrarie agli obiettivi iniziali, chi l’aveva proposta al Civico consenso per l’adesione aveva l’obbligo di proporre la rescissione e non aspettare che lo facesse il commissario prefettizio. Infatti, quanto sono venute meno la trasparenza, la velocizzazione delle procedure e l’obiettivo di far funzionare al meglio la macchina amministrativa bisognava uscirsene subito in particolar dopo aver fatto ricorso per il Puc, venendo meno quindi il rapporto di fiducia a meno che forse altri quando hanno aderito avevano altri obiettivi che non erano certamente quelli con cui il sottoscritto aveva dato il suo voto in consiglio comunale».