Autorizzazioni amministrative rilasciate ad imprenditori in cambio di favori o assunzioni nelle loro aziende di persone indicate dalla politica. E’ la principale accusa contestata al sindaco di Trentola Ducenta (Caserta), Andrea Sagliocco, chirurgo oculista di 45 anni, in carica da appena un anno (giugno 2018), finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli Nord, coordinata dal procuratore Francesco Greco. Contestati, tra gli altri, a vario titolo, i reati di corruzione e concussione.
I reati contestati vanno dal falso in atto pubblico alla turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, fino al peculato e al favoreggiamento. Secondo il gip, da un lato c’erano le pressioni sugli imprenditori se non si piegavano al “sistema”, dall’altra una rete di imprese compiacenti che pur di ottenere i lavori pubblici accettavano di assumere persone indicate da funzionari e politici o di corrispondere altre “utilità”. Agli atti c’è una serie di intercettazioni telefoniche, oltre al racconto di numerosi testimoni. Tra le contestazioni, illeciti relativi agli affidamenti diretti e alla violazione del codice degli appalti.
15 le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale Napoli Nord ed eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Aversa. Oltre al sindaco (che, in giornata, ha rassegnato le dimissioni dalla carica, leggi qui), i militari hanno notificato la misura dei domiciliari all’avvocato Saverio Griffo, 44 anni, collaboratore di fiducia di Sagliocco. Divieto di dimora in provincia di Caserta per: Elena Bassolino, 51 anni, di Sant’Anastasia, responsabile dell’area Lavori pubblici del Comune (alla quale, il successivo 11 luglio, è stata revocata la misura cautelare – leggi qui); Mauro Felaco, 38 anni, di Casaluce, responsabile dell’area Urbanistica del Comune (anche a lui, il 29 luglio, è stato annullato il divieto di dimora, leggi qui); Agostino Fabozzi, 61 anni, trentolese, dipendente dell’Ufficio tecnico comunale; Nicola Zagaria, consigliere comunale di maggioranza; e Giuseppe Melucci, vice sovrintendente della Polizia di Stato e consulente per la sicurezza del Comune (a Zagaria e Melucci il Riesame ha revocato le ordinanze il successivo 17 luglio – leggi qui).
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per: Saverio Fabozzi, 46, imprenditore, di Aversa; Salvatore De Marco, 53 anni, di San Marcellino, titolare di macellerie e ristoranti; Luigi Letizia, 56, imprenditore, di San Cipriano d’Aversa; Luigi Lorvenni, agente della Polizia penitenziaria e candidato alle ultime amministrative; Salvatore Mazzara, 46 anni, che gestisce diversi punti vendita Eurospin; Aurelio Costanzo, 36, trentolese, imprenditore; Giovanni Addario, imprenditore, 37, di San Prisco; Raffaele De Caprio, 54, dipendente comunale (a cui, l’11 luglio, il gip ha revocato la misura cautelare – leggi qui).
Una fitta rete di rapporti tra esponenti politici, tecnici e imprenditori locali, finalizzata al rilascio di autorizzazioni amministrative e all’affidamento di lavori pubblici in violazione al codice degli appalti. Secondo gli inquirenti, era in atto un sistema illecito sulla gestione degli affidamenti diretti, tramite un ostruzionismo amministrativo da parte di amministratori pubblici a danno di imprenditori vittime che, per evitare conseguenze negative sotto il profilo del rilascio di autorizzazioni amministrative, avrebbero ceduto alla richiesta di assumere persone indicate dagli indagati o di fornire “aiuti”. Sarebbero emerse anche situazioni riguardanti imprenditori collusi che avrebbero fornito favori in cambio di autorizzazioni amministrative illegittime.
Per quanto riguarda i due esponenti delle forze dell’ordine coinvolti, Giuseppe Melucci, vice sovrintendente della Polizia di Stato e consulente per la sicurezza del Comune, secondo l’accusa avrebbe disattivato alcune microspie piazzate dagli investigatori negli uffici comunali. L’altro indagato, Luigi Lorvenni, agente della Polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano e candidato alle amministrative 2018, avrebbe invece fatto da intermediario tra imprenditori collusi e amministratori comunali.
Il Comune di Trentola Ducenta fu già colpito qualche anno fa da un’altra indagine che aveva toccato il sindaco in carica, Michele Griffo, finito in carcere con altri esponenti dell’amministrazione per un’inchiesta sulle infilitrazioni della camorra nel centro commerciale “Jambo”.