Trentola Ducenta, dopo l’arresto il sindaco Sagliocco rassegna le dimissioni

di Redazione

Dopo l’inchiesta che ha portato, stamani, agli arresti domiciliari nei suoi confronti (leggi qui), il sindaco di Trentola Ducenta, Andrea Sagliocco, ha rassegnato le dimissioni, irrevocabili, dalla carica di primo cittadino. In una nota inviata alla segreteria generale dell’Ente, il medico oculista motiva la sua decisione con il fatto di volersi difendere in maniera libera e senza alcun condizionamento nel processo a suo carico, auspicando che l’autorità giudiziaria, nel minor tempo possibile faccia chiarezza sulle vicende riguardanti l’inchiesta rispetto alle quali Sagliocco si ritiene del tutto estraneo.

Intanto, emergono altri particolari dell’operazione che ha portato agli arresti domiciliari per Sagliocco e l’avvocato Saverio Griffo, suo collaboratore, e altri 13 indagati tra funzionari e dipendenti comunali, imprenditori e due esponenti delle forze dell’ordine. Per quanto riguarda questi ultimi, Giuseppe Melucci, vice sovrintendente della Polizia di Stato e consulente per la sicurezza del Comune, avrebbe disattivato alcune microspie piazzate dagli investigatori negli uffici comunali. L’altro indagato, Luigi Lorvenni, agente della Polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano e candidato alle amministrative 2018, avrebbe invece fatto da intermediario tra imprenditori collusi e amministratori comunali.

Una fitta rete di rapporti tra esponenti politici, tecnici e imprenditori locali, finalizzata al rilascio di autorizzazioni amministrative e all’affidamento di lavori pubblici in violazione al codice degli appalti. Secondo gli inquirenti, era in atto un sistema illecito sulla gestione degli affidamenti diretti, tramite un ostruzionismo amministrativo da parte di amministratori pubblici a danno di imprenditori vittime che, per evitare conseguenze negative sotto il profilo del rilascio di autorizzazioni amministrative, avrebbero ceduto alla richiesta di assumere persone indicate dagli indagati o di fornire “aiuti”. Sarebbero emerse anche situazioni riguardanti imprenditori collusi che avrebbero fornito favori in cambio di autorizzazioni amministrative illegittime.

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