Non si tratta di mura di cinta della Contea Normanna né di mura perimetrali angioine, bensì di mura che facevano da contorno ad un semplice giardino nell’800. Si sgonfia la vicenda delle antiche vestigia murarie abbattute in via Canduglia, nata, in pratica, da un allarme frutto di mancati accertamenti che, ciò nonostante, hanno dato il via ad una polemica senza fine.
A dare spiegazioni tecniche sulla vicenda lo storico Romualdo Guida. «Incuriosito dalla vicenda – ci dice – sono andato a vedere cosa era previsto nel Piano di Recupero del Centro Storico del dicembre 1996 per quella specifica particella». «Nell’estesa area verde tra la murazione e via Canduglia – si legge negli atti – permane un interessante fabbricato rurale ottocentesco, connotato sul fronte meridionale da un loggiato a doppio livello, con archi e pilastri terranei e una pennata su colonne di muratura al primo piano». «Nel 1757, il compendio rustico era in possesso di Ettore d’Ausilio, nipote ed erede – continua la relazione – del quondam Ettore senior, che pagava al monastero di San Biagio un censo sul giardino murato, e fruttiferato, che dal medesimo si possiede fuori la porta di San Giovanni Evangelista, che si stende anco insino fuori la porta di Santa Maria della Nova attaccato col fosso della Città, che si possiede dal medesimo, e tre vie pubbliche. Interventi: la casa è da restaurare e destinare ad abitazione del custode dell’area verde contermine, da sistemare a giardino pubblico».
«Come si può evincere, quindi, – riprende Guida – dalla descrizione che ne fanno Fiengo e Guerriero (i tecnici estensori del piano di recupero n.d.r.), l’area verde era un ‘giardino murato e fruttiferato’ nel 1757. Niente mura di città e, forse, nemmeno risalenti al periodo Angioino. Per la cronaca il fabbricato rurale che sarebbe stato da tutelare (quello sì), ovviamente non per vincoli della Soprintendenza ma per ossequio al P.r.c.s., è stato abbattuto». «Se i proprietari, poi, – conclude il professionista – vogliono fare un parcheggio a servizio del Tribunale, ben venga. Ovviamente tutta l’operazione, come ben saprà la neo Assessora all’Urbanistica, dovrà essere supportata da un bell’ Accordo di Programma dove, assentendo il parcheggio, una parte dell’area deve essere ceduta all’Amministrazione che ne può fare una Piazza-Sagrato di fronte alla chiesa».
«Ho chiesto – ha dichiarato da parte sua il sindaco Alfonso Golia – agli assessori Melillo e Giovine di Girasole di avviare una interlocuzione con la Soprintendenza per elaborare una mappatura dei beni potenzialmente vincolabili nella nostra città. La normativa, infatti, prevede che mentre per i beni pubblici ed ecclesiastici scatta la tutela dopo 70 anni per quelli privati c’è un’istruttoria di loro competenza. Stante la mole di beni presenti in città, vista anche l’inerzia del passato, è fondamentale accendere i riflettori su questa tematica, anche per impedire che si verifichino di nuovo situazioni come quelle dell’altro giorno».
Sulla stessa scia Filippo Cantile, conoscitore dell’urbanistica aversana, che afferma: «In questi giorni sono apparse notizie di stampa relative ad un intervento edilizio che ha interessato “le mura medievali o addirittura la vecchia cinta muraria della Città di Aversa”. Fermo restando la legittimità e le responsabilità in capo a Committenti, Ditte e Dirigenti, per tutto ciò che riguarda la procedura tecnico-amministrativa, ritengo che sia il caso di offrire un modesto contributo alla ricerca della verità in merito ai manufatti demoliti e ricostruiti nei modi che ormai tutti conoscono. Le mura fortificate della Città di Aversa sono rappresentate nell’opera del Pacichelli “Del Regno di Napoli in prospettiva (1703) – Tavola facente parte del materiale raccolto dall’agostiniano Angelo Rocca per la pubblicazione di un Atlante. Si nota il ripercorrersi, secondo gli anelli concentrici, un percorso arcuato tra le Porte San Giovanni (11) e San Biasio (12). A seguire immagini di G.B. Pacichelli – Del Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, I, p.96. Inserito nel Volume di Francesco Cassiano (conservato nella Biblioteca Nazionale di Vienna).
Detto percorso arcuato è ripreso nella Tavola d’impianto della Carta dei Contorni di Napoli alla scala 1:20.000 eseguita dall’Officio Topografico dell’ex Regno di Napoli, 1836-1840. A seguire immagine Tavola d’impianto – Particolare del foglio 18 – Firenze, Istituto Geografico Militare
Nella parte nord- ovest della Città, oltre la Porta San Biasio, non è registrata alcuna muratura (a seguire Particolare scala 1:10.000 – In giallo il percorso delle mura).
A seguire il percorso delle mura tra Porta San Giovanni e Porta San Biase
La muratura oggetto degli interventi edilizi, vecchia, è molto probabile che sia stata elemento di confine di un podere. Le caratteristiche strutturali non sono quelle delle fortificazioni. Infine, a sostegno della tesi voglio ricordare che il vecchio Piano di Recupero del Centro Storico, approvato in Consiglio Comunale, prevede un parcheggio, proprio nell’angolo di fronte alla Chiesa di Santa Maria la Nova al Borgo di Aversa. Erano impazziti i progettisti e gli amministratori dell’epoca mentre approvavano il Piano? Per realizzare il parcheggio e per potervi accedere sono da eseguirsi o no interventi sulla muratura? Forse, più semplicemente, la muratura non ha nulla di storico. A seguire: stralcio planimetrico della cartografia del P.R.C.S.».