Caserta – Ennesima aggressione ai danni del giornalista casertano Mario De Michele, direttore del sito “Campania Notizie”. Lunedì pomeriggio, mentre percorreva via Oscar Luigi Scalfaro a Sant’Arpino in direzione Cesa, a bordo della sua autovettura, è stato affiancato da una moto, con in sella due uomini, col volto travisato da casco integrale, che lo hanno costretto a fermarsi e ad uscire dall’abitacolo. “E’ colpa tua se hanno sciolto il Comune di Orta. Ora smettila di scrivere sul campo sportivo di Succivo”, ha urlato uno dei due, mentre l’altro, con una mazza, colpiva ripetutamente l’auto del giornalista originario di Cesa. Poi si davano alla fuga, facendo perdere le loro tracce. De Michele ha presentato denuncia ai carabinieri, che non è la prima, poiché lo scorso anno fu oggetto di altre due aggressioni a Orta di Atella, dove l’amministrazione comunale pochi giorni fa è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche.
Diversi i messaggi di solidarietà giunti. Il sindaco Enzo Guida e l’amministrazione comunale di Cesa esprimono “al giornalista e concittadino Mario De Michele la piena vicinanza e solidarietà per l’ennesima aggressione subita. Ci auguriamo che si faccia piena luce su questa episodio, per garantire la incolumità personale e per tutelare la libertà di stampa”. Anche il sindaco di Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana, in una nota manifesta solidarietà e sottolinea: “Siamo convinti che la magistratura farà piena luce su questo brutto episodio e la giustizia si attiverà per tutelare la libertà di stampa. Nessuna democrazia può esistere se non c’è libertà di parola e libertà di stampa. Il confronto, il dibattito, le posizioni diverse devono esprimersi e rimanere sempre nell’alveo della correttezza e civiltà senza violenza alcuna. L’aggressione subita dal giornalista De Michele è un atto di viltà da condannare con forza senza se e senza ma”. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, esprime la solidarietà sua e di tutto l’Ordine “al collega Mario De Michele, aggredito e schiaffeggiato per aver denunciato gli affari nel Comune di Orta di Atella recentemente sciolto. Già nei mesi scorsi De Michele era stato vittima di minacce all’attenzione della Procura di Napoli e delle forze dell’ordine”.
Da parte sua, De Michele, pur dichiarandosi scosso per quanto accaduto, fa sapere di non voler mollare: “Dopo quest’ennesimo grave episodio la mia prima reazione istintiva è stata quella di mollare tutto, soprattutto per non creare uno stato di enorme apprensione nei miei familiari – ha dichiarato De Michele – Ma dopo un primo momento di scoramento non ho avuto dubbi: come per gli episodi precedenti, tutte le istituzioni dello Stato e le forze dell’ordine si sono attivate nel giro di pochi minuti per avviare le attività investigative e per manifestarmi la loro vicinanza. Mi sento di ringraziare quei servitori dello Stato che mi hanno supportato e stanno supportando in questi momenti, tra cui il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, il procuratore capo di Napoli Nord, Francesco Greco, il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo e il prefetto vicario Imma Fedele. Sicuramente dimentico qualche nome e mi scuso anticipatamente con gli altri rappresentanti dello Stato. Per quanto riguarda le forze dell’ordine mi sento in dovere di esprimere la mia gratitudine nei confronti del comandante dei carabinieri della provincia di Caserta, Giorgio Guerrini, di quello del gruppo di Aversa, Donato D’Amato, di quello della compagnia di Marcianise, Luca D’Alessandro, dei comandanti di stazione Antonio Di Resta e Ugo Sorice, rispettivamente di Orta di Atella e Cesa, e del commissario di polizia di Aversa, Vincenzo Gallozzi. Ringrazio di cuore tutti i colleghi che mi stanno subissando di messaggi e chiamate per esprimermi la loro solidarietà, a partire dal presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli. Non nascondo la mia forte preoccupazione, solo gli stupidi e gli ipocriti non ammettono di provare paura. Ma io andrò avanti con lo stesso impegno e il senso civico per svolgere il mio lavoro di cronista. Non mi sento solo perché la parte sana della società civile e lo Stato sono dalla mia parte”.