Carinaro, negata copia documenti: Masi chiede annullamento Consiglio Asi

di Antonio Taglialatela

Annullare la seduta del consiglio generale del consorzio industriale Asi di Caserta. A chiederlo, attraverso una formale diffida inviata ai vertici dell’Ente, e per conoscenza anche al Prefetto e all’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania, l’avvocato Stefano Masi, consigliere comunale di Carinaro, delegato alle Attività Produttive e Urbanistica, e componente dell’assemblea consortile, dopo che la direzione generale del consorzio ha rifiutato, per ragioni di “sicurezza e privacy”, di fornirgli copia degli atti della seduta convocata per il prossimo 24 gennaio.

“Con una nota datata 17 gennaio – spiega Masi – il Consorzio Asi di Caserta mi inviava, tramite il protocollo del Comune di Carinaro, una comunicazione relativa alla convocazione del Consiglio Generale dell’Asi, a firma della presidente Pignetti. Con nota datata 18 gennaio il Consorzio Asi Caserta, con le stesse modalità, mi inviava un’ulteriore comunicazione sulla convocazione del Consiglio Generale per il 24 gennaio, con una integrazione dell’ordine del giorno. Entrambe le note, assunte al protocollo in entrata del Comune di Carinaro del 20 gennaio, si concludevano con la seguente dicitura ‘La documentazione è disponibile per la consultazione presso gli uffici consortili’”.

L’accesso agli uffici di Caserta, però, risultava impossibile nella giornata del 20 gennaio poiché, vista la ricorrenza San Sebastiano, gli stessi erano chiusi. Così Masi ritornava il giorno successivo per la visione e per l’estrazione di copia di tutte le proposte di delibera in votazione all’assemblea del 24 gennaio, nonché di tutta la documentazione allegata e citata negli atti da approvare. “Alla mia richiesta – racconta il consigliere – veniva prima laconicamente risposto che non era possibile ricevere copia degli atti, stanti non precisate ragioni di privacy, e poi veniva invitato dal direttore generale facente funzioni, dottor Pietro Santonastaso, ad effettuare una formale istanza di accesso e rilascio copia degli atti. Istanza che veniva regolarmente effettuata e assunta al protocollo Asi Caserta del 21 gennaio, con la rassicurazione che la documentazione sarebbe stata inviata il giorno stesso, stante la prossimità della seduta assembleare, attraverso posta elettronica certificata. In ogni caso, al momento della consultazione degli atti offerti in visione, mancavano del tutto alcune proposte in votazione nonché il parere dei revisori dei conti, documento fondamentale per un legittimo inserimento all’ordine del giorno del Pef 2020”.

Ma il 22 gennaio Masi riceveva comunicazione, a firma del direttore Santonastaso, con cui veniva informato che non era possibile accogliere la richiesta di ricevere copia della documentazione per “motivi di sicurezza” e di “tutela delle informazioni, riguardanti anche dati personali” contenuti negli atti, nonché la circostanza secondo cui la comunicazione esterna “non è contemplata dalla policy dell’Ente” e che la documentazione richiesta è da ritenersi “di consultazione riservata e non ostensibile a terzi”. Il consigliere veniva, infine, informato della possibilità di prendere nuovamente visione degli atti in deliberazione presso gli uffici dell’Ente.

A questo punto, Masi, premettendo che “al momento dell’invio della convocazione di ogni seduta di un organo collegiale tutta la documentazione relativa all’ordine del giorno deve essere già nella disponibilità dei suoi componenti; che, mancando al momento della convocazione il parere dei revisori al Pef 2020, oltre che alcune proposte di delibere, appare evidente che la seduta sia stata illegittimamente convocata; che il diritto di accesso ex lege 241/90 si sostanzia non solo nella visione degli atti ma anche nell’estrazione di copia degli stessi e che il rifiuto a fornire copia degli atti è una gravissima violazione del munus del socio”, Masi chiede, oltre all’invio, tramite pec, della documentazione richiesta, di procedere all’annullamento della seduta del 24 gennaio e fissare una nuova convocazione “che rispetti il dettato dell’articolo 6 dello Statuto”, con espressa riserva, altrimenti, “di agire per l’annullamento di qualche deliberazione adottata e segnalazione alla Procura generale della Corte dei Conti di eventuali danni erariali conseguenti”.

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