Aversa, i sostenitori del centrosinistra chiedono analisi politica dopo sconfitta elettorale

di Redazione

Aversa (Caserta) – La coalizione di centrosinistra esce sconfitta da questa tornata elettorale. Le 5 liste che formavano la coalizione hanno raccolto il 21% con 5.608 voti. Il candidato sindaco Mauro Baldascino, invece, 5.885 (277 voti in più) che non sono risultati sufficienti per andare al ballottaggio.

Per un gruppo di sostenitori ed elettori del centrosinistra (Giuseppe Caianiello, Luca de Rosa, Daniela Borrini, Franco Della Volpe, Elena Donadio, Annagrazia Rambone, Filippo Cantile) è “un vero peccato, perché l’obiettivo del 25% per accedervi sarebbe stato sicuramente alla portata del centrosinistra. La differenza è stata di soli 1000 voti (Farinaro 6.900)”. “La scelta tardiva del candidato sindaco, maturata a sole poche ore dalla presentazione delle liste e dopo mesi di estenuanti e rissose trattative, ha dimostrato – continuano – di essere una scelta convincente per l’elettorato poiché è riuscita a superare nei numeri i consensi delle liste di tutta la coalizione. L’esito negativo è stato determinato purtroppo dalla oggettiva inconsistenza delle liste, in pratica dei gusci vuoti. In particolare quelle dei due partiti nazionali, Pd e M5S, che avrebbero dovuto invece essere trainanti per l’intera coalizione. Il M5S è crollato nei consensi in città dal 26% delle concomitanti elezioni europee a uno scarso 4% delle comunali. Dei circa 1.000 voti alla lista, poi, meno della metà (487) risultano avere preferenze espresse per i candidati. Nella lista di un Pd ridotto a 1.945 voti, un misero 7%, ci sono stati tanti candidati, il 50% praticamente, con zero o poche unità di preferenze”.

“Circa il 50% dei candidati delle 5 liste – si legge ancora in un documento a firma dei supporter del centrosinistra – hanno raccolto in termini di preferenze zero ovvero qualche unità di preferenze. Un fatto oggettivamente offensivo per la democrazia e nei confronti dei propri elettori. Nella stessa lista del Pd le preferenze si sono tutte polarizzate su soli 4 candidati (su 24) che da soli hanno raccolto il 75% dei voti. Una lista quindi non costruita per massimizzare il consenso dei cittadini, con 24 candidature che parlassero alla città, ma di fatto solo 4 candidature, in campo per una competizione tutta interna al partito. Questi i numeri, nella loro oggettività, scevri da qualsiasi opinione di parte. Sarebbero bastate solo altre 3 candidature di spessore (qualche ex amministratore o ex consigliere) – una forbice tra 500, 1000 voti nel sottrarre e aggiungere – per permettere al nostro candidato sindaco di raggiungere agevolmente il ballottaggio. Già dalle prime reazioni pubblicate sul web e sui giornali da parte dei protagonisti interni ai partiti, ci pare di poter dire che il tempo si sia fermato allo scioglimento del Consiglio Comunale e agli stessi motivi che hanno determinato la scelta tardiva del candidato sindaco e la presentazione di liste così poche competitive, con così pochi effettivi candidati, finalizzata esclusivamente alla lotta tra fazioni presenti al loro interno”.

Ora, alla luce di tale quadro, i sostenitori ed elettori di centrosinistra, “senza tessere di partiti, che, con passione, generosità, disinteresse abbiamo contribuito a tale risultato”, chiedono “una serena e obiettiva analisi del voto di fronte alla città e ai nostri elettori, amici e compagni. Dibattito e discussione assolutamente non più rinviabili”. “Pena – concludono – l’ulteriore indebolimento politico ed elettorale delle forze del centrosinistra e il rafforzamento delle convinzioni di chi si astiene e si è già astenuto”.

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