Economia, dove guardano i giovani per iniziare a investire?

di Redazione

Piani di accumulo e buoni fruttiferi, ma anche ETF e tanta sostenibilità. Il panorama economico e finanziario su cui si affacciano i giovani guarda soprattutto a questi strumenti.

Un mix di innovazione e di tradizione, insomma, con alcune forme di investimento che sono ormai consolidate nel tempo e che arrivano dalle generazioni passate, e altre che invece guardano al futuro.

È questo il panorama che arriva dalle ricerche condotte da Scalable Capital. Oltre 600mila persone intervistate, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, dalla cui analisi emerge che lo strumento più apprezzato per investire è quello degli ETF. Apprezzati per i costi contenuti e la diversificazione, gli ETF (Exchange-Traded Funds) sono fondi d’investimento quotati in borsa che replicano l’andamento di un indice di mercato. Il 73% del patrimonio degli intervistati viene investito in questi strumenti, mentre più di due terzi degli utenti (67%) investe in ETF quotati in Borsa che seguono indici diversificati come l’MSCI World.

Al secondo posto, invece, sono le azioni, mentre la quota di investimenti in ETF diminuisce con l’aumentare dell’età, scendendo al di sotto del 60%, indicando una maggiore propensione al rischio tra i più giovani.

Un comportamento, quello degli italiani, che è simile a quello di altri Paesi, ma con una maggiore percentuale di ETF sul totale investito che rende l’Italia uno dei mercati con il potenziale maggiore, così come la Germania.

Non solo ETF però, perché tra le strategie migliori per investire 10.000 euro troviamo anche strumenti tradizionali come i conti deposito, anche se nell’ultimo periodo non si stanno rivelando particolarmente efficienti, oppure i Buoni fruttiferi postali, non soggetti alle oscillazioni del mercato e garantiti dallo Stato. Conoscenze, queste, che restano il più delle volte sconosciute ai giovani investitori, che almeno in Italia si distinguono per una scarsa conoscenza della materia finanziaria.

Stando all’ultima ricerca di Esdebitami e Nomisma, condotta in occasione del mese dell’educazione finanziaria, il 17% dei ragazzi della Generazione Z, ovvero di coloro con età compresa tra i 18 e i 25 anni, fanno investimenti 4 o 5 volte l’anno, ma solo 6 under25 su 10 saprebbero spiegare cos’è un mutuo e ancora meno ha chiaro cosa voglia dire consumo.

“La fotografia scattata dall’indagine Nomisma evidenzia una mancanza di consapevolezza delle dinamiche finanziarie molto diffusa tra i più giovani, ma anche in seno alle loro famiglie di origine”, ha commentato Luigi Ursino, presidente di Esdebitami Retake.

Una situazione difficile su cui si deve intervenire. Anche perché l’87% dei giovani dichiara di mettere in atto azioni per risparmiare. Ora bisogna tramutare in guadagno quel tesoretto accurato con il tempo.

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