Gricignano e dintorni vittime di “pirateria telefonica”. Così chiamano questo fenomeno che riguarda una lunga serie di abusi riconducibili all’utilizzo “a sbafo” di un numero telefonico all’insaputa dell’intestatario. Tra le tante vittime gricignanesi c’è il signor Gennaro Pacilio che ha inoltrato un reclamo alla Telecom dopo aver ricevuto una bolletta di oltre 400 euro, rispetto ai circa 80 che paga mediamente ogni bimestre.
Sul tabulato accluso alla bolletta risultano circa 300 euro di “chiamate internazionali” che l’utente afferma di non aver mai effettuato, anche perch? sarebbe assurdo fare diverse chiamate intercontinentali ognuna della durata di pochi secondi, proprio come risulta dallo stesso tabulato. Una situazione in cui si ritrovano diversi utenti gricignanesi che vanno ad aggiungersi a centinaia di migliaia di utenti in tutta Italia, tanto che del caso di sono occupate tramissioni come “Striscia la Notizia” e “Mi manda RaiTre”. E la Telecom cosa fa? In questi giorni, la società sta contattando tutti gli utenti per avvisarli del rischio a cui sono sottoposti, ossia quello che ignoti possano “introdursi” nella loro linea telefonica per effettuare chiamate con prefisso 892 o altri prefissi internazionali nel momento in cui i medesimi utenti sono collegati a internet. Vittime dei “pirati” sono in particolare coloro che navigano su internet ancora attraverso la linea telefonica tradizionale (di tipo analogico), dal momento che chi possiede un abbonamento adsl (linea digitale) è protetto da tale rischio. O almeno così dovrebbe essere. Infatti, alcune persone con regolare abbonamento alla linea adsl (tipo Alice) o che addirittura non hanno mai navigato su internet hanno segnalato di aver comunque ricevuto addebiti sulle bollette relativi a chiamate con “numerazioni non geografiche”. La Telecom invita gli utenti ad attivare il servizio di autodisabilitazione per i prefissi internazionali, con codice personalizzato. Un’iniziativa lodevole, se non fosse per un piccolo “dettaglio”: che per il prefisso 892 il servizio è “a pagamento”. Si, perch?, a differenza dei prefissi che iniziano con 144, 166, 709, 899, per i quali la disabilitazione è gratuita, per le numerazioni che iniziano con l’892 occorre un contributo di attivazione pari a 13,63 euro e un costo di abbonamento mensile di 2,17 euro. Molti ora staranno pensando: “non è giusto”. Ma, al momento, è l’unico modo per sottrarsi alle truffe generate dal famigerato 892. Eppure, verso la Telecom è intervenuta la Cassazione che ha obbligato la società ad offrire gratis agli utenti vittime dei “pirati” i servizi di disabilitazione. Con sentenza numero 144 (manco a farlo apposta!), la Cassazione ha convalidato quanto già deciso dal Giudice di Pace di Milano, secondo cui Telecom non può pretendere un compenso per la disabilitazione. La denuncia era partita dal ricorso di un abbonato milanese al Giudice di Pace. Secondo questi, lo stesso abbonato non poteva ottenere il risarcimento delle chiamate internazionali apparse in bolletta e da lui non riconosciute, perch? non aveva fornito prove che non fosse stato lui ad effettuarle. D’altra parte, però, il Giudice sottolineava che “la Telecom non aveva adempiuto all’obbligo, che ad essa faceva carico, di controllare i propri impianti, onde prevenire le indebite intrusioni di terzi”. Pertanto, “la protezione dell’abbonato poteva essere garantita solo dal servizio di disabilitazione”. A questa sentenza la Telecom faceva ricorso ma la Cassazione la confermava. Ciò nonostante, la società non intende adempiere alla decisione dei giudici, ritenendo di non avere “alcun obbligo di fornire gratuitamente i servizi di disabilitazione”, anche perch? “la sentenza ha una efficacia limitata nel rapporto con il singolo cliente” che ha fatto ricorso e “non riveste pertanto carattere generale”.
di Antonio Taglialatela