Conclave di Caserta…quali risultati? Boh…

di Antonio Taglialatela

Romano ProdiCASERTA. Terminata la due giorni che ha riunito a Caserta ministri e leader del centrosinistra, ora gli italiani si domandano a cosa sia servita. Ebbene, nessuno lo sa!

Ma la “scampagnata” non potevano farsela a “li Castelli”??? Il Governo ha sede a Roma, quel posto era più vicino, costava meno e avrebbero evitato l’ennesima presa in giro nei confronti degli italiani. Quegli italiani che si domandano: a cosa è servita la due giorni di Caserta? Forse a far constatare all’Italia e al mondo intero che il livello di litigio e di disaccordo del Governo è tale che se non si danno una calmata vanno presto a casa? O, al massimo, possono darsi al cabaret (preservativi e calendari sexy per la Turco e Rosy Bindi che, con tutto il rispetto, ma di sexy…) oppure alla fiction (già pronto un copione: “Il cellulare misterioso”, protagonisti Pannella nel ruolo di una spia dalla psiche ormai indomabile e Di Pietro in quello del commissario dal congiuntivo impossibile, la cui battuta principale è “Statt accuort” mentre quella di Pannella è “Statt a casa”). L’unico risultato emerso, infatti, è stato questo. “Sulla carta”, per così dire, è stato realizzato uno scritto, denominato “Documento di Caserta”, composto da dieci punti-guida. Al fine di tranquillizzare i lettori diciamo subito: in quel documento non c’è niente di peggio di quanto era già stato scritto nelle 276 pagine del programma del centrosinistra. “Non abbiate paura”…direbbe, anche in questo caso, il compianto Wojtyla. Si tratta solo di un “manualetto”. Ad esempio, nel documento è scritto che “solo attraverso una robusta e duratura crescita della ricchezza prodotta dal Paese è possibile infatti: completare l’azione di risanamento, proseguire nella coesione della società italiana e, infine, colmare i divari di sviluppo e di qualità della vita”. Accidenti, e c’era bisogno di mobilitare per due giorni e mezzo tutti i ministri e leader del centrosinistra per partorire queste “originalissime e geniali” intuizioni?!? “Mai sentita” anche questa: “Ricerca di una maggiore equità sociale ed intergenerazionale con la piena valorizzazione della famiglia, dei giovani e delle donne”. Eh signori…ce ne vuole di cervello per generare simili idee! E poi, su temi davvero importanti e concreti…il buio assoluto. Infatti, visto che si parla di giustizia intergenerazionale e di giovani, perché non si mette mano alle pensioni che se non vengono riformate i giovani rischiano di non vederne neanche l’ombra? E guarda un pò, su questo punto…l’accordo non c’è stato. O meglio, c’è stato l’accordo di oltrepassare ampiamente il 31 marzo, data entro la quale si sarebbero, appunto, dovuti mettere d’accordo. “Possiamo aspettare” ha detto Prodi. Si, che uno passa a miglior vita e ancora deve finire di versare i contributi! La verità, nuda e cruda, è che sulle pensioni le varie anime del Governo hanno idee difficilmente conciliabili tra di loro. Non è reale quanto affermano lo stesso Prodi e il ministro del lavoro Damiano, per i quali non c’è fretta poiché il sistema non è allo sfascio. Ma ne hanno parlato con tutti gli istituti di ricerca che da anni sostengono il contrario? Cosa vuol dire, poi, che il Governo deve “proseguire nella coesione della società italiana”? Vuol dire continuare a tentare di mettere insieme quel pezzo della società italiana che li ha fatti “vincere” le elezioni? Perché, ad oggi, il governo si è occupato della coesione sociale di coloro che lo hanno votato e lo ha fatto anche malamente visto che molti elettori si sono pentiti di averlo fatto. Dell’altra parte, invece, quella che il 2 dicembre scorso si trovò in Piazza San Giovanni a protestare contro la Finanziaria, questo Governo non se ne occupa, anzi la sberleffa. E allora Prodi farebbe bene a dire “il bene comune…dei nostri”, almeno non infastidisce chi lo vuole a casa.

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