CASERTA. Mentre nella sala consiliare di Corso Trieste Prodi salutava il Presidente della Provincia, il sindaco di Caserta, assessori e i consiglieri, a poche centinaia di metri, in Piazza Dante, al Gran Caffé Margherita, il segretario provinciale di Rifondazione, Giosuè Bove, riceveva il ministro Paolo Ferrero e il segretario nazionale del partitoFranco Giordano.
Durante l’incontro Bove ha consegnato alla delegazione del conclave due documenti: il primo è un appello di diverse associazioni che promuovono il software libero, nel quale si richiede di “tradurre in pratica le dichiarazioni di principio in favore della diffusione dell’Open Source” contenute nel programma della Unione; il secondo è, invece, un documento della federazione casertana del PRC in cui si chiede un tavolo permanente sulla crisi dell’industria dell’elettronica e delle telecomunicazioni nella provincia, “per un intervento pubblico in direzione della riconversione produttiva in settori contigui di più alto profilo, come per esempio, quello dell’elettronica applicata nel campo degli elettromedicali e delle protesi sanitarie, o ancora nel settore navale e dell’aeronautica”.
Nel documento, inoltre, rifondazione avanza una specifica richiesta di intervento al governo per quel che riguarda la riqualificazione ambientale ed il recupero delle funzioni originarie di salvaguardia idrogeologica dei Regi Lagni, il sistema di canali ed invasi realizzati fin dal secolo XVII, in gran parte in epoca vicereale e borbonica, che servivano ad evitare i pericoli legati al dissesto idrogeologico e che attualmente versano in uno stato di abbandono ma soprattutto di profondo degrado in quanto utilizzati per lo più come fogne a cielo aperto e aree di sversamento illegale di rifiuti tossici e nocivi soprattutto industriali, e che proprio per questo sono una delle cause maggiori di inquinamento della costiera domiziana.
Secondo Rifondazione “sarebbe necessaria una opera completa di bonifica ambientale, la realizzazione di un grande collettore fognario che funga da by pass ed eviti l’immissione dei reflui nei canali e la restituzione degli argini naturali agli invasi, liberandoli dal cemento irresponsabilmente versato nel corso della seconda metà del novecento, restituendo così al sistema di ccanali la capacità di arginare i problemi idrogeologici ed anche la originaria navigabilità. Un progetto in cui potremmo impegnare tante risorse umane che sul nostro territorio restano inutilizzate e che restituirebbe vivibilità ambientale ma anche valore aggiunto economico soprattutto al comparto agricolo e turistico”. L’accoglienza e la copertura finanziaria da parte del governo di una tale proposta assumerebbe nell’immaginario collettivo il senso di una sorta di “svolta di Caserta”.
Si tratterebbe di un’opera importantissima di grande significato storico e socioambientale che coinvolgerebbe oltre 425 mila abitanti, ben 22 comuni delle province di Napoli (Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Marigliano, Nola, San Vitaliano) e Caserta (Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Castel Volturno, Frignano, Gricignano di Aversa, Marcianise, Orta di Atella, San Tammaro, Santa Maria C.Vetere, Santa Maria la Fossa, Succivo, Teverola, Villa di Briano e Villa Literno). Un’opera che potrebbe assumere il significato di grande evento politico, perché costituirebbe un primo e concreto segnale di controtendenza, rispetto agli scempi prodotti in oltre 50 anni d’interventi centrali e periferici tutti conclusisi nel disastro che ci circonda.
Fonte : comunicato stampa