Barbato: L”amministrazione Masi in preda al caos

di Antonio Taglialatela

Giuseppe BarbatoCARINARO. “Il caos che oggi regna nell’amministrazione comunale è solo il frutto del bizzarro accordo che tre anni fa, in campagna elettorale, diede vita alla lista costituita da Ds e Margherita, quest’ultima che all’epoca era una parte dell’Udc che, per far capeggiare a Masi la lista, trasmigrò in una notte dal centrodestra al centrosinistra”.

Mario MasiLo afferma il consigliere di opposizione Giuseppe Barbato, il quale evidenzia come le due anime dell’attuale maggioranza non siano mai andate d’accordo. Secondo Barbato, l’ingerenza costante di Masi e dei suoi “fidati assessori e impiegati comunali” ha messo alle strette la sinistra. Quella stessa sinistra che il consigliere definisce “traditrice della precedente amministrazione Affinito che, per rimanere a galla, abbandonò gli alleati di quella compagine per svendersi a Masi”. Nel mirino di Barbato, in particolare, finisce il vicesindaco diessino Angelo Sglavo: “E’ stato messo all’angolo e, poverino, è rimasto solo. Almeno quando stava con Affinito era considerato. Oggi si ritrova con un sindaco padrone che, come ha detto di recente un neo assessore della sinistra, quando vuole ti mette minoranza”. Per Barbato, il primo segnale di instabilità si avvertì subito dopo le elezioni con la questione degli oltre 500 appartamenti che un noto imprenditore aversano voleva costruire sul territorio: “All’anima speculatrice-imprenditrice-affaristica di alcuni si contrappose una conservatrice, tant’è che dovette intervenire un ex sindaco per riportare il Angel Sglavogiusto equilibrio”. Poi la vicenda degli incarichi della legge 328 e del servizio civile (“Si vollero dividere tutti i posti disponibili”), degli incarichi tecnici (“Sempre le stesse persone a danno dei tecnici locali che li hanno pure votati”), e della gestione del campo sportivo (“Basta ricordare le reciproche accuse tra la maggioranza e la Sinistra progressista”), a cui vanno aggiunti gli avvenimenti più recenti come il sequestro della tettoia abusiva dei cognati del sindaco (“Bell’esempio di legalità, visto che la tettoia è di un parente del sindaco, nonché di un alto funzionario comunale”), la mancata approvazione di due delibere in giunta (“Non regge la scusante che si dovevano informare i delegati prima dell’approvazione, perché una delibera viene istruita dal dirigente di settore proprio dietro indicazioni del politico. Dicano la verità”) e le dimissioni, poi respinte, di Alfonso Coppola, funzionario comunale e cognato di Masi (“Spieghino cosa ha portato Coppola alle dimissioni, chi sta infierendo contro di lui eper quali motivi”).

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