CATANIA. Il 17enne indagato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, durante il derby siciliano Catania-Palermo dello scorso 2 febbraio, è stato arrestato.
Il provvedimento, emanato dal Tribunale del riesame per i minorenni di Catania, però riguarda soltanto l’accusa di resistenza aggravata per la quale era stato sottoposto a stato di fermo pochi giorni dopo gli scontri tra ultras e forze dell’ordine. Respinta, pertanto, la richiesta di annullamento o di riforma dell’ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti del giovane, il quale ha confermato di aver partecipato agli scontri ma sempre negato di aver ucciso l’ispettore. Il suo avvocato ha annunciato ricorso in Cassazione e chiede la concessione degli arresti domiciliari, sia perché il ragazzo è incensurato sia per dargli la possibilità di andare a scuola. Secondo il legale, il 17enne non può fuggire e inquinare le prove. Sta di fatto che a giorni potrebbe anche essere formalizzata l’accusa di omicidio, sulla quale il gip Alessandra Chierego non ha ancora deciso. Nella stessa giornata è giunta anche la notizia del dissequestro “parziale” dello stadio “Massimino” di Catania, a cui lo scorso 3 febbraio furono posti i sigilli.
Sull’argomento leggi anche:
– Ha un nome il presunto assassino di Raciti
– Raciti, ricostruita la dinamica dell’agguato
– Raciti, il 17enne avrebbe confessato
– Omicidio Raciti, 17enne indagato
– Un filmato documenta l’aggressione dell’ispettore Raciti
– Il calcio ricomincia da domenica. Senza pubblico gli stadi non a norma
– I funerali di Raciti tra vertici, arresti e polemiche
– Catania, il calcio verso due turni di stop, poi porte chiuse
– Il Calcio si ferma dopo la tragedia di Catania