ROMA. Via libera del Governo al Ddl sulle unioni civili ma si preannuncia una dura battaglia in Parlamento per eventuali modifiche al testo. Intanto, cambia la denominazione: non “Pacs” ma “Dico”, ossia “Diritti e doveri dei conviventi”.
Il Consiglio straordinario dei Ministri, convocato nel pomeriggio di ieri e durato circa un’ora, ha approvato all’unanimità il testo a firma di Rosy Bindi e Barbara Pollatrini. Unanimità dovuta al fatto che era assente l’unico ministro che avrebbe potuto votare contro o astenersi: Clemente Mastella, leader dell’Udeur e ministro della Giustizia. Il dissenso del guardasigilli verso il decreto è netto, poiché tale provvedimento secondo lui sarebbe caratterizzato dalla ricerca di “forme e tutele comunque imitative di quelle del matrimonio”. Mastella poi aggiunge: “Per noi la famiglia, come prevede
Bernardini – è frutto di vari livelli di compromesso, dà priorità alle esigenze del potere politico clericale-vaticano e poi alle persone interessate alle unioni di fatto”. Nettamente contraria l’opposizione: “Grave che il governo politicizzi l’etica”, fa sapere An; “Non faremo da stampella a Prodi durante la votazione in Parlamento”, annuncia Forza Italia; “Riforma di facciata per far tirare a campare la maggioranza”, dice il segretario Udc Lorenzo Cesa. Per non parlare dei Vescovi: “Una minaccia per il futuro della nostra società”. Estremo il commento del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga: “Ora legalizziamo la poligamia (fino a tre donne) e l’incesto, e autorizziamo il matrimonio tra fratello e sorella ma solo nella forma monogamica”.
Ma cosa prevedono questi cosiddetti “Dico”?
Innanzitutto, essi regolamentano le convivenze omosessuali ed eterossessuali, prevedendo nuovi diritti ma, allo stesso tempo, senza introdurre nuovi istituti giuridici o strumenti amministrativi che ledono i diritti della famiglia o prefigurino realtà “para-matrimoniali”. A parte la dichiarazione ‘contestuale’ di convivenza, ci sono: assistenza in caso di malattia e ricovero, decisioni in materia di cure, salute e in caso di morte, permesso di soggiorno, assegnazione alloggiativa nell’edilizia pubblica, riduzione dell’imposizione fiscale in caso di successione testamentaria, successione e locazione, agevolazioni nel trattamento pensionistico. Ma i Dico prevedono anche doveri, come quello della tutele del convivente più debole nel caso di interruzione dopo tre anni della relazione. La legge vale per i conviventi legati da rapporti affettivi, ma anche da rapporti di parentela.