Paracadute per i ragazzi a rischio

di Redazione

Giuseppe SavoiaSANT’ARPINO. Si chiama Para-Cadute, e il nome di certo non è stato scelto a caso. Stiamo parlando di un interessante progetto promosso dal Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Campania che si pone l’obiettivo di offrire opportunità di lavoro e soprattutto di salvare dalle ricadute i giovani detenuti che sono fuori dal carcere dopo la legge sull’indulto.

Il Comune di Sant’Arpino, con il sindaco Giuseppe Savoia ha aderito con celerità all’ambiziosa idea e fra qualche settimana darà il via ai laboratori di recupero e di riabilitazione. Il piano Para-Cadute intende offrire una concreta possibilità di sostegno a persone che hanno usufruito dell’indulto in Campania, attraverso l’erogazione di 80 borse lavoro, pari a 550 euro mensili per 6 mesi, con un breve iter di orientamento iniziale, da svolgersi all’interno delle attività produttive promosse da imprese sociali presenti su tutto il territorio regionale, coinvolgendo nel percorso le famiglie, le istituzioni, l’intera comunità. I destinatari del progetto, almeno nella provincia di CastelloneCaserta, sono circa 20, una decina solo nell’intera area dell’agro aversano, gli interessati possono compilare una domanda e fare richiesta di accoglienza. «Il nostro comune è stato uno dei primi ad aderire al progetto – ha spiegato Giovanni D’Errico, assessore alle politiche sociali – lo scopo è quello di promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione sociale da estendere a tutti gli attori pubblici e privati presenti nel territorio regionale, al fine di generalizzare l’offerta ed ampliare, anche numericamente, la presa in carico delle persone beneficiarie dell’indulto». Accanto alle attività vere e proprie, il progetto mira a fornire un sostegno psicologico e umano ai giovani che devono riprendere in mano le loro vite: «l’idea – continua D’Errico – è quella di riportare alla normalità questi individui senza grossi traumi, cercando di guidarli e nello stesso tempo vigilarli con la massima attenzione. Fare in modo che abbiano una seconda opportunità e che non restino emarginati dalla società con il rischio,purtroppo assai frequente, di ricadere in errori». Alcuni giorni della settimana saranno dedicati ai laboratori e agli incontri con psicologi e assistenti sociali, in altri, i giovani beneficiari, potranno avviare la pratica per le loro attività. I ragazzi potranno scegliere fra le diverse attività da svolgere: giardinaggio, agricoltura biologica realizzata in una fattoria didattica, orticoltura, arte presepiale e oggettistica, oppure potranno dedicarsi alla vendita di indumenti usati, alla produzione di vino e miele in azienda agricola, lavorare in falegnameria e ancora occuparsi di restauro e lavori di pulizia.

fonte: Il Mattino

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