ROMA. “L’Udc ha preso le distanze da noi? Restiamo comunque la forza di maggioranza del Paese”. Così ha detto Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa tenutasi dopo la riunione alla Camera tra deputati e senatori di Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega.
Un appuntamento organizzato all’indomani dell’appoggio che l’Udc ha dato in Senato al Governo Prodi per l’approvazione del decreto sul rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero. Ciò nonostante, l’ex premier lascia le porte aperte al partito di Pierferdinando Casini, anche in vista delle elezioni amministrative di maggio: “Dobbiamo avere ancora altra pazienza, cercando di convincere gli amici dell’Udc a stare con noi”. Parole criticate dai parlamentari leghisti presenti , dei quali si è fatto portavoce Roberto Maroni: “O si chiariscono i rapporti opportuno prenderemo atto che l’Udc va per conto suo e ci comporteremo di conseguenza”. Ma Berlusconi ha giustificato la sua “tolleranza” verso Casini ricordando ai leghisti che, alle precedenti elezioni, l’Udc ha portato al centrodestra circa 2 milioni di voti. “Perché dare questo vantaggio agli avversari?”, ha chiesto il leader di Forza Italia che poi ha ribadito le motivazioni del voto contrario espresso in Senato dalla Casa delle Libertà sul rifinanziamento delle missioni all’estero, nonostante la stessa, solo qualche settimana prima, aveva votato a favore alla Camera. “Le condizioni in Afghanistan sono mutate”, ha evidenziato Berlusconi, aggiungendo: “C’è stata una trattativa con i talebani che ha deluso gli alleati e ha creato situazione di maggiore pericolo per le nostre truppe”. Il presidente di An, Gianfranco Fini, riferendosi alla proposta presentata dal centrodestra che impegnava il governo a fornire da subito più mezzi e armamenti ai soldati in Afghanistan, poi ha chiarito: “Non volevamo far cadere il governo, ma non volevamo neanche assumerci la responsabilità di non garantire la sicurezza dei nostri soldati”.
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