ROMA. Liberato Mastrogiacomo e accertato che il giornalista è in buone condizioni di salute, ora tutti si chiedono se in cambio ci siano stati il pagamento di un riscatto oppure la liberazione di prigionieri talebani, o altro ancora. Domande che si pone, in una nota, Roberto Calderoli, ex ministro e coordinatore delle segreterie della Lega Nord.
“Come tutti – dice Calderoli – apprendo con gioia e sollievo la notizia della liberazione di Mastrogiacomo. Ma adesso, superata la fase dell’emergenza e del rischio per l’ostaggio, credo sia doveroso porsi alcuni interrogativi, peraltro già formulati anche in passato in occasione di analoghi rapimenti, per fortuna terminati con un epilogo felice per l’ostaggio”. E qui la prima considerazione: “Per la liberazione del giornalista è pagato un riscatto in termini economici? Riteniamo di si e in questo caso è bene ricordare che si tratta di i soldi dei contribuenti, e dunque di risorse preziose che potevano essere destinate ad altro scopo”. Poi la seconda considerazione: “Oppure, è stato necessario rilasciare dei pericolosi criminali o terroristi, come richiesto dai talebani, e come ha confermato anche il mullah Dadullah secondo cui Mastrogiacomo è stato liberato in cambio del rilascio di cinque prigionieri talebani? Se è così ci si rende conto che sono stati liberati dei criminali o dei terroristi per cui, magari, ci sono state persone che hanno perso la loro vita per riuscire a farli arrestare e metterli in condizione di non poter più fare del male a nessuno, vanificando così il loro sacrificio? Ci si rende conto che forse si è aperta la cella a soggetti pericolosi, che adesso potrebbero tornare a colpire, magari attaccando le nostre truppe in Afghanistan o le nostre basi? O colpendo a casa nostra o in qualunque altra parte del mondo? Sono questi i Talebani che Fassino vorrebbe far sedere al tavolo internazionale della pace?”. Calderoli conclude: “Se davvero si fosse verificata una di queste condizioni allora è proprio il caso che tutti si facciano un esame di coscienza, ma soprattutto chi, andando in giro a proprio piacimento in zone considerate ad alto rischio, obbliga poi a dover cedere a odiosi ricatti come quelli prima elencati per poterlo tirare fuori da qui guai in cui lui stesso si è cacciato”.
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