ROMA. Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica liberato lunedì scorso dopo 15 giorni di prigionia, è ritornato ieri sera, attorno alle
La notizia è stata confermata nella sostanza dal portavoce del presidente afgano Karim Rahimi. Mastrogiacomo sarà sentito dai magistrati romani che hanno aperto un fascicolo sul suo sequestro. La liberazione del giornalista è stato uno dei temi di discussione tra il ministro degli Esteri Massimo D’Alema e il segretario di Stato degli Usa, Condoleeza Rice nel corso dell’incontro tenutosi a Washington. D’Alema ha ringraziato americano per la “comprensione” avuta nella vicenda ed ha colto l’occasione per ringraziare anche il governo afgano di Hamid Karzai. Questo mentre in Afghanistan, a Lashkargah, una folla di familiari di Sayeh Agha, l’autista afgano di Mastrogiacomo decapitato dai talebani venerdì scorso, protestava contro il governo davanti all’edificio che ospita il personale internazionale di “Emergency” (l’organizzazione che ha mediato nell’operazione di rilascio del giornalista), per aver rimesso in libertà quelli che vengono considerati “cinque criminali” e di essersi preoccupati esclusivamente della sorte di “un infedele straniero”. Anche Gino Strada, leader di “Emergency”, sta protestando contro il governo afgano, ma per un altro motivo, ossia che lo stesso governo non avrebbe in realtà collaborato per la liberazione, anzi avrebbe messo i bastoni tra le ruote a “Emergency” durante la trattativa. Il governo, ricordiamo, ha fatto arrestare, per sottoporre a interrogatorio, il capo del personale dell’ospedale di “Emergency” dove Mastrogiacomo è stato ricoverato subito dopo il suo rilascio. La vicenda ha avuto ripercussioni anche all’Onu: infatti, il portavoce delle Nazioni Unite in Afghanistan, Adrian Edwards, ha dichiarato che l’Onu “non tratta coi terroristi”.
Arrivo Aeroporto 20.03.2007
Mastrogiacomo negli studi di Repubblica 21.03.2007