CASERTA. Il servizio di smaltimento in 18 comuni del casertano era in mano alla camorra. Lo ha accertato l’inchiesta della Guardia di Finanza di Caserta che ha coinvolto, tra gli altri, gli amministratori della Eco4 e di altre società collegate al ciclo dei rifiuti urbani, il presidente del consiglio di amministrazione e il direttore del consorzio Ce4.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia, è scattata all’alba con 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Napoli. Le menti di questa organizzazione criminale erano per gli inquirenti Sergio e Michele Orsi, gli amministratori “di fatto” della Eco4, società inglobatasi da qualche anno nel consorzio di bacino Ce4, il cui braccio operativo è la Egea SpA. I due, grazie ad un giro di false fatture, truffavano lo Stato e, per fare ciò, si servivano di una serie di società intestate a prestanomi per aggirare la certificazione antimafia ma ricondubidili tutte all’Eco4 e agli interessi del clan La Torre di Mondragone. In occasione di gare d’appalto per la gestione della raccolta dei rifiuti i possibili concorrenti venivano costretti a rinunciare con metodi mafiosi. Una volta vinta la gara c’era poi da pagare il pizzo alla camorra: per gli uomini del clan La Torre una tangente da 15mila euro al mese. In pratica, l’Eco 4 agiva nell’ambito del consorzio Ce4 in regime di monopolio. L’inchiesta della Finanza ha portato anche al sequestro di beni immobili (19 immobili, 3 terreni), mobili (10 auto di grossa cilindrata e altri beni di lusso) e 15 società per oltre 10 milioni di euro. A svelare l’affaire ha contribuito anche la collaborazione di alcuni pentiti.