FIRENZE. Parte oggi, a Firenze, l’ultimo congresso dei Democratici di Sinistra, quello che dovrebbe sciogliere l’attuale partito e gettare le basi per la nascita del nuovo Partito Democratico assieme alla Margherita. Scontata la rielezione del segretario uscente Piero Fassino, che nei congressi territoriali ha ottenuto oltre il 75% dei consensi.
Scontata, quindi, anche l’approvazione della mozione che prevede, appunto, la nascita del Pd. E sempre scontata sembra essere la fuoriuscita dal congresso, al termine della giornata di venerdì, dei delegati in quota alla seconda mozione guidata dal ministro dell’Università, Fabio Mussi. L’annuncio è stato dato da giorni dallo stesso Mussi, che domani interverrà per spiegare le ragioni del gesto. Meno certa è la scelta che decideranno di compiere i delegati della terza mozione, quella guidata dal senatore Gavino Angius, che si batte affinché il progetto del Pd riprenda con un altro approccio e sia maggiormente ispirato dalla volontà della ‘base’ degli elettori. Il congresso con il segretario Fassino che ha fatto il suo ingresso nel parterre del Mandela Forum, sulle note di ‘Over the rainbow’, A seguire, l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia di Beethoven. Accolto da un applauso, Fassino ha salutato i presidenti del Senato Franco Marini e della Camera Fausto Bertinotti, poi i leader dei partiti presenti: da Franco Giordano a Silvio Berlusconi, da Francesco Rutelli alla repubblicana Luciana Sbarbati. L’avvio dei lavori è stato ufficializzato dalla nomina della presidenza composta da tutti i leader Ds: lo stesso Fassino, il presidente Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani, Vannino Chiti, Fabio Mussi, Gavino Angius, Alfredo Reichlin, Leonardo Domenici. Il discorso introduttivo di Fassini è stato lungo ed ha affrontato diverse tematiche. A cominciare dal significato del Pd. “Nonè una semplice fusione tra due partiti, ese così fosse nessuno si preoccuperebbe più di tanto. Invece chiunque vede bene il carattere di grande innovazione del sistema politico. In una politica segnata nei decenni da separazioni, scissioni e frammentazioni, è la prima volta che due importanti partiti decidono di unirsi. Di rimettere insieme quello che la storia ha diviso. Questa è la sfida del nostro progetto. Il Partito democratico non rappresenta davvero la fine della nostra storia. Quei valori per cui la sinistra è nata, è vissuta e vive sono più attuali che mai, più necessari che mai. Socialismo e sinistra sono parole di cui il mondo ha ancora bisogno. Parole che noi intendiamo continuare a pronunciare. No, non arrotoliamo le nostre bandiere ma le portiamo nel Partito democratico”. Poi un appello ai dissidenti Mussi e Angius: “Ai sostenitori di Mussi dico che nel Pd, che è riformista, c’è tutto lo spazio per chi esprime una maggiore radicalità politica. Le proposte di correzioni e integrazionisono in buona parte condivisibili e intendiamo raccoglierle. Ai sostenitori di Angius chiedo di far valere le loro proposte nel cantiere del Pd”. Sulla scelta della leadership del nuovo partito: “In coerenza con l’intero impianto aperto di un partito dei cittadini, la leadership dovrà essere affidata, al momento opportuno, al voto individuale e segreto di tutti coloro che si riconoscono nel Pd”. Intanto, la parte under 30 della Sinistra Giovanile non si mostra in linea con il proprio segretario nazionale e lancia un appello “a tutte le donne e gli uomini che credono alla costruzione di una nuova idea di sinistra e di socialismo per costruire un’alternativa al Partito democratico, vera e propria svendita della nostra identità e svuotamento dei nostri valori”.