KABUL. Gli operatori stranieri, italiani compresi, dell’organizzazione umanitaria “Emergency” di Gino Strada hanno lasciato stamani l’Afghanistan. Una partenza per ora non definitiva, dal momento che i vertici e gli operatori dell’organizzazione si riuniranno, fra oggi e domani, per decidere se ritornare e continuare il proprio operato nel Paese.
In Afghanistan è rimasto soltanto il personale locale di Emergency. Gli operatori, fra cui 30 italiani e altri 8 di varie nazionalità, sono stati trasportati a Dubai stamani, attorno alle 10, da un aereo delle Nazioni Unite. “Una decisione non improvvisa – viene riportato sul sito Peace Reporter – ma che è stata meditata per giorni dagli operatori di Emergency, stretti nel dilemma se rimanere in condizioni di estrema difficoltà o se far evacuare, almeno provvisoriamente, il personale”. “Nei giorni scorsi – riferisce ancora il sito – tutto il personale internazionale era stato convocato a Kabul, per poter discutere della situazione e, anche, per mettere in sicurezza gli operatori dell’ospedale di Lashkargah, il più esposto, in questi giorni, a possibili problemi di sicurezza. Nella serata di ieri la decisione, sofferta, di lasciare anche Kabul e l’Afghanistan”. Secondo Emergency, il governo afgano di Hamid Karzai sta mettendo in atto un’operazione contro la stessa organizzazione umanitaria, ritenendola “fiancheggiatrice dei terroristi e degli uomini di Al Qauda in Afhganistan”, come tra l’altro confermato dal capo dei servizi di sicurezza afgani Amrullah Saleh. Sulla tesi di quest’ultimo, Emergency ha replicato: “Questa sortita di un uomo importante del governo Karzai diventa un elemento di valutazione circa la presenza di Emergency in Afganistan e circa la sicurezza del nostro personale internazionale”. L’organizzazione ha attaccato anche il governo italiano per non essere intervenuto in sua difesa: “Il governo Prodi si sente estraneo a questo insieme di calunnie, minacce e accuse dall’internao di un ‘governo amico’ ad una ONG italiana riconosciuta dal ministro degli affari esteri? Non ci sono proteste da muovere e chiarimenti da richiedere all’ambasciatore afgano in Italia?”. Alla base della decisione di lasciare l’Afghanistan ci sarebbe comunque la mancata liberazione di Rahmatullah Hanefi, il mediatore di Emergency decisivo nella liberazione di Mastrogiacomo e arrestato dai servizi segreti afgani con l’accusa di collusione coi talebani.
Intanto, ieri sera, il Tg1 ha mostrato in esclusiva il video dell’uccisione dell’autista di Daniele Mastrogiacomo, Sayed Agha. La data è quella di venerdì 16 marzo: in un campo all’aperto ci sono, bendati e inginocchiati, Mastrogiacomo, l’autista e l’interprete Adimal Nashkbandi, ucciso nei giorni scorsi. L’autista viene allontanato di qualche metro dai due e poi sgozzato. Poi segue l’appello disperato di Mastrogiacomo che, nei giorni della prigionia, fu divulgato, ma attraverso una scadente registrazione audio, da un’agenzia di stampa afgana.
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