Emergency lascia l’Afghanistan

di Antonio Taglialatela

Gino StradaKABUL. Emergency lascia l’Afghanistan e chiude i suoi ospedali. Una decisione comportata dal caso di Rahmatullah Hanefi, mediatore dell’organizzazione umanitaria di Gino Strada, decisivo nella liberazione del giornalista Mastrogiacomo e arrestato dai servizi segreti afgani con l’accusa di collusione coi talebani.

Rahmatullah Hanefi“Sospenderemo le nostre attività in Afhganistan fino a quando non ci saranno chiarimenti sul caso Hanefi”, fa sapere Vauro, vignettista e responsabile della comunicazione di Emergency, chiarendo: “Non è una misura ricattatoria verso il governo Karzai, bensì la conseguenza delle sue dichiarazioni che hanno messo in forte crisi le condizioni di sicurezza per poter continuare ad operare nel Paese”. Vauro si riferisce al fatto che i vertici politici e dei servizi segreti afgani abbiano accusato Hanefi ed Emergency di essere fiancheggiatori dei terroristi di Al Qaida. Ma per l’organizzazione molte colpe vanno attribuite anche al governo italiano “che non ha difeso una propria Ong nei modi e nelle forme più appropriate, come del resto non ha difeso un suo rappresentante dall’essere arrestato, o meglio sequestrato, perché nei confronti di Hanefi nonè ancora stato formalizzato nessun capo di accusa e nell’intera vicenda non c’è la minima ombra di legalità”, ha detto ancora Vauro. Emergency, dunque, lascia 3 ospedali (in uno dei essi vi è l’unica apparecchiatura per le Tac del Paese), 25 centri di primo soccorso e un reparto maternità. Intanto, il governo di Kabul fa sapere che intende subentrare ad Emergency nella gestione degli ospedali dell’organizzazione e pagare i suoi 1200 dipendenti, fra medici, infermieri e personale di altro tipo. Per Abdullah Fahim, portavoce del ministero della Sanità afgano, Emergency avrebbe dovuto aspettare la conclusione dell’inchiesta su Hanefi, prima di lasciare il Paese. Tuttavia, il governo afgano chiede ad Emergency di cambiare idea e restare.

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