ROMA. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella minaccia la crisi di governo se si dovesse arrivare al referendum popolare per la riforma della elettorale.
Durante l’inaugurazione del nuovo Palazzo di Giustizia a Napoli, il leader dell’Udeur ha detto: “Lo dichiaro con molta obiettività. Quando si andrà al referendum noi non ci saremo. Fare il ministro della Giustizia mi soddisfa ma prima viene la logica del mio partito e la governabilità. Se c’è il referendum vi è rischio di crisi di governo. Questo senza nessun timore di smentita”. “Chi gioca al nostro interno – ha aggiunto – sappia che al gioco ci sarà una risposta molto dura e determinante. Non si mette in piedi un meccanismo referendario perché le cose non vanno. A brutalità si risponde con eguale determinazione”. L’Udeur di Mastella, anche a nome dei cosiddetti “cespugli” ammonisce gli alleati del centrosinistra a non studiare formule che eliminino le piccole sigle. A calmare gli animi, però, ci pensa il segretario dei Ds, Piero Fassino, che invita tutti alla collaborazione bipartisan. “Non è il caso di imbastire polemiche. – ha detto il leader della Quercia, riferendosi anche alle liti verbali dei giorni scorsi tra i ministri Giuliano Amato e Vannino Chiti – è evidente che ci possono essere opinioni diverse sui modelli, ma su tutto deve valere un criterio: non è importante il dibattito su ciò che uno preferisce, ma qual è la legge elettorale per avere un consenso sufficientemente largo”. Intanto, dal centrodestra c’è chi butta benzina sul fuoco. Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, rivolgendosi a Mastella, afferma: “Clemente forse non ha riflettuto che se passa il referendum lui diventa il padrone d’Italia. Noi piccoli partiti siamo determinanti con due soli piatti della bilancia. Meglio due liste che aspirano le briciole dei coltelli tedeschi e spagnoli che ci fanno a fette”. Sempre nel centrodestra, l’Udc insiste per il “modello tedesco”, definendolo “un proporzionale seriamente capace di garantire in modo equilibrato rappresentanza e governabilità”, mentre Alleanza Nazionale continua a ritenere il referendum elettorale come “una pistola alla tempia” che obbligherebbe il Parlamento ad approvare in fretta la nuova legge. “La minaccia di Mastella sulla crisi di governo è un volano per il referendum – dichiara Adolfo Urso – e proprio per questo speriamo che la paura porti consiglio e a una decisione a favore di una buona legge elettorale. Entro luglio è necessario che la riforma sia approvata da una delle Camere se si vuole evitare il referendum”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro esponente di An, Gianni Alemanno: “Le parole di Mastella testimoniano l’importanza della raccolta firme per il referendum. E’ l’unico sprono per fare la riforma elettorale, scavalcando le resistenze esistenti nei due poli. Se poi ci scappa anche la crisi di governo – conclude l’ex ministro – non credo che gli italiani non ne siano contenti”.