ROMA. E’ scontro tra il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini e il ministro degli Esteri Massimo D’Alema sul caso Mastrogiacomo e sul metodo che ha portato alla liberazione dell’inviato di Repubblica.
Nel corso del dibattito alla Camera, dopo l’informativa del ministro D’Alema, Fini ha detto: “Non vi accusiamo di non aver fatto tutto quello che era in vostro potere per salvare gli ostaggi, vi accusiamo di non aver detto che le autorità afgane non erano disponibili a liberare degli ostaggi per liberare coloro che erano prigionieri dei talebani”. Il leader di An ha poi aggiunto: “Nel momento stesso in cui Karzai ha ceduto, nello stesso momento in cui si è piegato alla richiesta del presidente Prodi per uno scambio di prigionieri, nel momento in cui Karzai ha detto ‘va bene, perché Prodi ha vagheggiato l’ipotesi del ritiro delle truppe italiane’, non ci si può lamentare che subito dopo lo stesso Karzai affermi la linea della fermezza”. “La fermezza – ha concluso – è l’arresto di Hanefi (il mediatore di Emergency che ha contribuito alla liberazione di Mastrogiacomo, ora prigioniero dei servizi segreti afgani con l’accusa di collusione coi talebani, nda) che risulta a tutti coloro che conoscono l’Afghanistan come anello di congiunzione tra Emergency e i talebani. La fermezza risulta nella reiezione dell’ultimatum che i talebani hanno rivolto alle autorità afgane per la liberazione di altri terroristi per garantire la scarcerazione dell’interprete di Mastrogiacomo”. Dura la replica di D’Alema: “Parole false e offensive. Francamente è abbastanza sconcertante la mancanza di serietà di uno che è stato ministro del governo italiano e che parla in questo modo”. Sul ruolo di Emergency nel caso Mastrogiacomo, il ministro ha ricordato che si tratta di “una organizzazione umanitaria presente a Lashkargah, che quindi aveva la possibilità di entrare in contatto con l’altra parte”. “Il Governo – ha spiegato – ha quindi scelto di coinvolgere l’organizzazione di Gino Strada sulla base di una valutazione condivisa da tutti quelli che gestivano il caso, ossia il Ministro degli Esteri, la Presidenza del Consiglio, la Difesa e i Servizi Segreti. Abbiamo convenuto che fosse la soluzione più ragionevole dovendo avere un contatto con l’altra parte, utilizzare chi questi contatti li aveva. Sennò dove dovevamo andare a cercare?”. A rispondere alle accuse di Fini anche il segretario dei Ds, Piero Fassino: “D’Alema ha risposto in modo netto e giustamente sdegnato. Non c’è stata nessuna forma di pressione di questa natura. Il governo Karzai ha collaborato e concorso con noi ad ottenere la liberazione di Mastrogicacomo. Tutto il resto sono speculazioni politiche ciniche”. Fassino ha aggiunto: “Questo è l’unico caso di rapimento di cui si sa tutto. In passato, invece, ci sono stati rapimenti in occasione dei quali si sono pagati probabilmente riscatti, di cui non sappiamo nulla. Siccome sono responsabile non chiedo di aprire inchieste, indagini, che metterebbero a rischio la vita anche di chi ha mediato”.
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