ROMA. Durante le celebrazioni del 25 aprile, ricorrenza della Liberazione dell’Italia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottolineato come “i valori che ispirarono la lotta al nazifascismo” siano ancora “attuali”, come lo è anche la lezione che viene da quel “doloroso ma decisivo passaggio della storia del nostro Paese” che ci consentì ad esso “di risorgere”.
In mattinata Napolitano è stato all’Altare della Patria, nel ricordo dei Caduti, e nel pomeriggio sarà nell’isola greca di Cefalonia, dove furono sterminati oltre 9mila soldati della “Divisione Acqui”, i quali, dopo l’8 settembre 1943, pur consapevoli della rappresaglia cui andavano incontro, rifiutarono la resa incondizionata a preponderanti forze tedesche della Wehrmacht. “Quei valori e quegli insegnamenti – ha detto – li dobbiamo non solo ricordare ma costruire ponendo a frutto la grande forza creativa che può scaturire dalle esperienze vissute in una esperienza storica precedente”. Perciò bisogna considerarli “nel loro significato non contingente, non destinato ad esaurirsi con gli eventi del passato: soltanto così riusciremo a vivere il 25 aprile non semplicemente come richiamo alla storia, ma come punto di partenza per costruire un futuro migliore”. Il capo dello Stato ricorda che la Liberazione fu la premessa per “un’Italia nuova”, quella della Costituzione, della democrazia, della rinascita economica e sociale, e, a livello europeo, per fare “sbocciare la realtà dell’Europa unita e le organizzazioni internazionali, anima e strumento del multilateralismo, per il superamento dei blocchi ideologici e militari e per la fine della Guerra Fredda, tappe di un difficile cammino che continua nel presente e si proietta nel futuro”. All’Altare della Patria è salito anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi: “Ci vuole tempo ancora, – ha detto il premier – ma credo che il Paese sia sulla via giusta verso la riconciliazione politica”. “Mi sembra giusto – ha aggiunto – non perdere la memoria perché il tempo passa, le generazioni cambiano e la memoria va mantenuta perché è uno strumento per vivere bene il presente”. Durante la cerimonia, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha detto che “l’Italia ha una sola grande religione civile: l’antifascismo, da cui è nata la Repubblica”.