AVERSA. Via Roma, piazza Municipio, piazza Magenta. Un triangolo nel cuore di Aversa in cui, ogni tre passi, ieri mattina, era possibile incontrare un candidato. Del resto con cinque aspiranti sindaci, 22 liste e oltre 600 concorrenti alla carica di consigliere comunale, la caccia al voto è serratissima.
Ma la mattinata, scandita dall’apertura ufficiale della campagna elettorale, si è animata quando dal palcoscenico del teatro Cimarosa il candidato della Cdl e sindaco uscente Mimmo Ciaramella ha tuonato: «Di fatto gli unici veri concorrenti di questa corsa al Comune siamo io e Stabile, gli altri sono brave persone, con alcuni abbiamo amici e addirittura parenti in comune. Ma votare per loro sarebbe inutile. Ogni voto dato a Santulli, a Iorio o a Rosato, sarebbe un voto sprecato, sottratto a me e alla possibilità di vincere al primo turno». La strategia di Ciaramella, dopo le prime fasi di studio, è infatti chiara. Punta al colpaccio, a radicalizzare lo scontro ed evitare una frammentazione del voto che agevolerebbe il suo diretto avversario. Ma Ciaramella, già dalle prime battute, ha messo da parte la sottile strategia e ci è andato pensante con un attacco diretto a Giuseppe Stabile, vincitore delle primarie e campione del centrosinistra: «Non ho ancora visto il contratto con cui ha acquistato l’Asl, considerato che gran parte dei suo voti provengono da quel settore e non si sa bene come. E visto che le politiche dell’Asl si decidono nella sede di un sindacato (allusione al sindacato del fratello di Stabile). Inoltre lui continua a dire che ha lasciato la mia giunta, in realtà è stato cacciato via e per ragioni che non sto qui a raccontare». L’ex vice sindaco di Ciaramella, attualmente candidato del Pda e dell’Unione, era nel frattempo tra la gente, per strada, impegnato a far tappa tra un gazebo e l’altro. Nella sede dei Ds a Piazza Municipio gli giunge l’eco dell’affondo di Ciaramella: «E’ la chiara reazione di chi si sente in difficoltà – dice Giuseppe Stabile – il mio rapporto con l’Asl è assolutamente trasparente e deriva da situazioni di lavoro. Ogni altra allusione è da rispedire al mittente. Piuttosto il sindaco uscente dovrebbe spiegare l’inefficienza di una gestione che non ha prodotto nulla per Aversa. Certo, io ho lasciato la giunta nel corso di uno dei tanti valzer di deleghe fatti da Ciaramella, poi il Pda è rimasto con altri rappresentanti e, poco dopo, ha lasciato la maggioranza perché quell’esperienza amministrativa era ormai esaurita, vuota e addirittura dannosa per la città. Per questo ora mi trovo a proporre, con il sostegno di tanti, un programma alternativo alla Cdl». Piazza Magenta, comitato Lama in sostegno di Paolo Santulli, il candidato presenta i suoi aspiranti consiglieri: «Ciaramella dimentica – dice Santulli – che una cosa è il voto per il Consiglio e un’altra quello per il sindaco, il suo gran numero di liste non gli garantisce la vittoria, come crede. Sono invece certo che il voto popolare, il buon senso degli aversani riserverà sorprese a chi si pone con una tale spocchia. Sviluppo, sicurezza, politiche giovanili sono solo alcuni dei tempi che noi portiamo avanti e su cui l’amministrazione uscente si è caratterizzata per inerzia. Sono sprecati i voti a Ciaramella e Stabile, due facce di una stessa medaglia che sa di stantìo e condannerebbe la città ad altri cinque anni di paralisi civica». Per strada anche i candidati Domenico Rosato e Lello Iorio. Strette di mano, incontri con la gente, tanti contatti diretti. Infine calati in campagna, ma con un certo sereno distacco, anche Gino Fiordiliso e Antonello d’Amore, il primo terzo alle primarie, il secondo costretto a rinunciare alla corsa alla sindacatura dalla convergenza di Ds e Margherita su Stabile. Nel centrosinistra, la lunga fase preparatoria verso il voto, ha infatti lasciato più di un ferito per strada e i contraccolpi in termini di consenso sono tutti da verificare.
fonte: Il Mattino